STOCCARDA – Sabato 15 aprile, le tre centrali nucleari ancora operative in Germania – Isar 2 in Baviera, Emsland in Bassa Sassonia e Neckarwestheim 2 nel Baden-Württemberg – sono state disconnesse dalla rete. L’uscita dal nucleare della Germania, decisa sull’onda del disastro di Fukushima e confermata nel contratto di coalizione del Governo rosso-giallo-verde, era programmata per la fine del 2022. Tuttavia, a causa della guerra russo-ucraina e della conseguente (potenziale) crisi energetica, il Governo ha deciso di prolungare l’operativitä durante l’inverno.



Continua nel frattempo la discussione interna sulla strategia energetica del Paese. Wolfgang Kubicki (Fdp) ha criticato aspramente l’uscita dal nucleare. Il partito liberale ritiene che le tre centrali nucleari rimaste dovrebbero essere tenute come riserva, evitando lo smantellamento immediato. Questa opzione appare però difficilmente realizzabile dal punto di vista tecnico e sconveniente dal punto di vista economico. Le centrali nucleari sono caratterizzate da un’inerzia elevata, che richiede una pianificazione su un’orizzonte temporale di medio-lungo.



Il Presidente della Camera tedesca dell’industria e del commercio (Dihk), Peter Adrian, ha messo in guardia sui potenziali problemi di fornitura energetica, a seguito dello stop al nucleare. “Don’t put all your eggs in one basket”: una strategia basata su tutte le fonti energetiche disponibili è l’unico modo per evitare problemi di approvvigionamento e oscillazioni dei prezzi dell’energia. Nonostante il calo dei prezzi del gas, i costi energetici sono infatti rimasti elevati per la maggior parte delle aziende. Il ministro dell’Economia Robert Habeck non appare invece preoccupato. “La sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Germania è stata garantita in questo difficile inverno e continuerà a esserlo”, ha dichiarato il ministro. La situazione è sotto controllo, grazie agli elevati livelli di riempimento negli impianti di stoccaggio del gas, dei nuovi terminali di gas liquido sulle coste della Germania settentrionale e del contributo crescenti dato dalle energie rinnovabili. L’obiettivo di avere l’80% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030, come previsto dal contratto di coalizione, resta nell’agenda del Governo semaforico.



Secondo Gerd Ganteför, Professore di fisica all’Università di Costanza, nonché esperto di temi energetici e ambientali, il “piano A” della Germania (basato esclusivamente su solare ed eolico) è difficile da realizzare, anche se il vento rappresenta indubbiamente una “success story” della transizione energetica. Sole e vento si compensano abbastanza nelle diverse stagioni, ma esistono dei limiti anche allo sfruttamento delle rinnovabili. Il professore propone un “piano B”, che aggiunge gas e nucleare al mix energetico.

Ampliando il discorso, Ganteför fa notare come la pandemia apparentemente non ha avuto effetto alcuno sull’aumento dei livelli di anidride carbonica, che hanno continuato a crescere a tutto a gas anche durante il lockdown. Il motivo è che le sorgenti di CO2 sono molteplici e occorre agire su molti fronti per ottenere risultati apprezzabili. Un altro problema è rappresentato dal contributo dei Paesi in via di sviluppo, la cui agenda è dominata da temi più urgenti. Il cambiamento climatico è percepito come un problema da ricchi, anche se ovviamente saranno i poveri a subire le conseguenze più drammatiche.

Sono temi complessi, di difficile soluzione: per questo motivo il Governo tedesco dispone anche di un “piano C”. Il ministro della Salute Lauterbach (Spd) ha presentato un piano per la legalizzazione della cannabis, insieme al ministro dell’Agricoltura Cem Özdemir (Verdi). In base al progetto di legge, il possesso di 25 grammi di cannabis per uso personale dovrebbe essere consentito. La Marijuana dovrebbe essere resa disponibile al pubblico tramite associazioni autorizzate, mentre la coltivazione privata sarebbe possibile fino a un massimo di tre piante. In una seconda fase, la vendita potrebbe avvenire tramite negozi specializzati autorizzati, inizialmente in alcune regioni, successivamente nel resto del Paese.

La proposta di Lauterbach ha provocato aspre critiche da parte dell’Unione Cdu-Csu. Il primo ministro bavarese Markus Söder (Csu) ha criticato quella che definisce una “strada sbagliata”. Il Segretario generale della Cdu, Mario Czaja, ritiene che la protezione dei bambini e dei giovani sia insufficiente. “Respingiamo pertanto fermamente le proposte per la legalizzazione della droga a base di cannabis”, ha dichiarato Czaja. Si tratta di preoccupazioni comprensibili e condivisibili, di cui il Governo saprà tenere conto.

Chiudo questa puntata con un ricordo di Giuseppe Pennisi, che ci ha lasciati di recente. Se sono un collaboratore de Il Sussidiario è grazie a lui, che mi ha “scoperto”, grazie a una mia pubblicazione sulle ragioni del declino economico italiano. Per questo lo ricorderò con affetto e gratitudine come una delle persone che hanno fatto qualcosa per me a titolo gratuito: si tratta di un club piuttosto esclusivo (per ora).

Non sono la persona più qualificata per raccontare i molti highlights della sua prestigiosa carriera, in America e in Italia. Giuseppe aveva una mente acuta e curiosa, aperta sul mondo. Ha continuato, letteralmente fino all’ultimo giorno, a leggere e a scrivere per tutti i suoi lettori, con una costanza e una passione inestinguibili. Non posso far altro che cercare di seguire il suo esempio.

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