STOCCARDA – Mentre i colossi high-tech lavorano al Metaverso, il mondo reale si sta trasformando in un film di fantascienza. L’Europa scivola verso la Terza guerra mondiale, e la Germania è teatro di sabotaggi di vario genere. Il primo episodio riguarda il bombardamento dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 il 26 settembre 2022, con conseguente fuoriuscita di gas. Le perdite si sono verificate durante l’apertura del Baltic Pipe (gasdotto dalla Norvegia alla Polonia attraverso il Mare del Nord) e si ritiene siano state causate da un sabotaggio intenzionale. Identità e obiettivi dei sabotatori rimangono tuttora ignoti.



Il secondo sabotaggio riguarda invece la Deutsche Bahn, e si è manifestato con ritardi e disservizi nel Nord della Germania. Come già ricordato non ci sarebbe bisogno di ricorrere a spiegazioni elaborate infarcite di teorie complottiste per render conto di cancellazioni e ritardi sulle linee ferroviarie. Pare invece che in questo caso il sabotaggio ci sia stato davvero. Il ministro dei trasporti Volker Wissing ha confermato che i disservizi sono stati causati da una manomissione di alcuni cavi di telecomunicazione. In una conferenza stampa, Wissing ha parlato di un “atto chiaramente intenzionale” e di un approccio “mirato e persistente”. Anche in questo caso, autori e motivazioni dell’atto non sono noti: la polizia federale sta indagando.



L’inquietante episodio ha portato il leader dei Verdi Omid Nouripour a chiedere miglioramenti nella protezione delle infrastrutture critiche. Tre sono le priorità indicate da Nouripour. In primo luogo, è necessario effettuare investimenti nella protezione delle infrastrutture critiche. In secondo luogo, occorre equipaggiare meglio la protezione civile per essere preparati ai pericoli. Infine, polizia e servizi di intelligence devono prestare maggiore attenzione alla protezione delle strutture particolarmente vulnerabili.

Un capitolo importante della sicurezza riguarda la cybersecurity. Anche in questo campo le cose non vanno benissimo. Il ministro degli Interni tedesco Nancy Faeser ha licenziato il Presidente dell’Ufficio federale per la sicurezza dell’informazione (BSI) Arne Schönbohm, con effetto immediato. Il motivo del licenziamento fa riferimento a presunti legami con la Russia, tramite l’associazione chiamata “Cyber Sicherheitsrat Deutschland” da lui fondata. Schönbohm, in carica dal 2016, era stato in passato deriso (con il soprannome di “cyberclown”) per il suo background non tecnico, e criticato per aver ricoperto ruoli dirigenziali nell’industria militare (quest’ultimo aspetto potrebbe essere oggi considerato meritorio).



Novità sul fronte centrali nucleari. Da qualche tempo era in corso un dibattito all’interno del Governo, soprattutto tra Liberali e Verdi, sull’opportunità di mantenere in funzione i tre impianti ancora attivi, il cui spegnimento era previsto per la fine di quest’anno. Un piano del ministro dell’Economia Robert Habeck prevedeva di prolungare il funzionamento fino ad aprile 2023, ma solo per le centrali Isar 2 in Baviera e Neckarwestheim 2 nel Baden-Württemberg, escludendo il reattore di Emsland in Niedersachsen.

Dopo settimane di discussioni, il Cancelliere Olaf Scholz ha chiuso la partita con una “Machwort” (letteralmente “parola di forza”, un potere speciale previsto dalla Costituzione che consente al Cancelliere di decidere quando le cose vanno troppo per le lunghe). In base alla decisione, tutte e tre le centrali nucleari rimaste potranno continuare a funzionare fino al 15 aprile 2023. Scholz ha ordinato la predisposizione della base giuridica per prolungare il funzionamento delle centrali, inviando una lettera in tal senso al ministro dell’Economia Habeck, al ministro dell’Ambiente Lemke e al ministro delle Finanze Lindner.

Habeck ha accettato la decisione politica di Scholz di buon grado: il ministro dell’Economia ha parlato di “una soluzione insolita in una situazione bloccata”, ma anche “un suggerimento con cui posso lavorare, con cui posso convivere”. I giovani Verdi mostrano invece segni di irritazione: “Questa è la politica del BASTA [scritto in italiano], e non ne abbiamo bisogno”, ha dichiarato il co-responsabile dell’organizzazione giovanile dei Verdi, Timon Dzienus. “Serve un dibattito in seno al Bundestag sull’argomento”.

Gli ultimi eventi dimostrano la crescita di Scholz come leader. La executive decision che ha sbloccato l’impasse sulle centrali rivela un decisionismo a lungo invocato dai detrattori del Bundeskanzler. Ma anche la politica stile contractor, con riferimento soprattutto alla fornitura di armi pesanti a Kiev, sembra essere abbastanza in sintonia con il sentire del popolo tedesco, almeno stando agli ultimi sondaggi (RTL/ntv Trendbarometer).

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