Quattro deputati dell’Unione (Cdu-Csu) si sono dimessi perché avrebbero intascato soldi legati a un traffico di oltre mezzo milione di mascherine, in cui è coinvolto anche il marito del ministro della Salute tedesco Jens Spahn: “Sono cose di cui avete parlato prima in Italia che qui da noi in Germania” ci ha detto Hanne, infermiera che lavora all’ospedale di Amburgo. “Qui il governo esercita un forte controllo su tutto quanto riguarda la pandemia” aggiunge. Una situazione, quella tedesca, che si è aggravata nell’ultima settimana, con una incidenza del contagio di 103,9 casi ogni 100mila abitanti, tanto da obbligare il cancelliere Angela Merkel a prolungare il lockdown fino al 18 aprile. “Non tutta la Germania è colpita allo stesso modo” ci ha detto ancora l’operatrice sanitaria. “Ad Amburgo, per esempio, dove nella prima ondata i 400 posti di terapia intensiva erano tutti occupati, adesso si registrano 150 pazienti”.
È però proprio ad Amburgo che si è verificato il primo caso di variante inglese, “a causa dei contatti che la città, per via del porto, ha con la Gran Bretagna. La variante si è subito diffusa in modo molto forte, in più hanno contribuito le manifestazioni dei No mask: dove si sono tenute, ad esempio a Berlino, l’aumento dei contagi è stato immediato”. In più, “in Germania non esiste l’obbligo di vaccinazione neanche per il personale sanitario, e quando si è diffusa la notizia che AstraZeneca potrebbe essere pericoloso, le vaccinazioni hanno subìto un crollo”.
Berlino ha deciso un prolungamento del lockdown fino al 18 aprile, questo evidentemente significa una recrudescenza del virus.
La situazione è molto differente rispetto all’anno scorso. Attualmente ad Amburgo non abbiamo una emergenza pazienti Covid. Le terapie intensive sono sì piene, ma su 400 posti 150 sono pazienti Covid, l’altra volta su 400 posti letto, 400 erano Covid.
Dipende allora dalle zone del paese?
Sì. Infatti i casi al momento stanno salendo moltissimo dove ci sono state manifestazioni dei No mask e dei No vax.
Dove esattamente?
A Berlino e a Kassel, nel Nord del paese. Kassel sta registrando un aumento dei casi dopo la manifestazione dello scorso venerdì, e non è certo un caso.
La decisione della Merkel di prolungare il lockdown come è stata accolta?
Molto male, i tedeschi sono delusi della situazione, perché la riapertura è stata un fuoco di paglia. Qui ad Amburgo le riaperture sono durate due settimane, ci voleva un appuntamento una decina di giorni prima per poter entrare in un negozio dove si poteva stare in un numero minimo per non più di un’ora. Sabato mattina, poi, la situazione dei contagi si è impennata, ed è stata bloccata la Germania del nord, cancellati tutti i voli e i treni verso il sud del paese, siamo completamente isolati. Lunedì è arrivata la notizia del lockdown prolungato alle 16 del pomeriggio e non è stata presa bene.
Come procede la vaccinazione?
In Italia sono state dette tante cose, ad esempio che alcune infermiere sono state licenziate perché non volevano vaccinarsi, ma non è così. Qui il vaccino anti-Covid, come ogni altro tipo di vaccino, non è obbligatorio, neppure per il personale sanitario. Nessuno ci dice che dobbiamo vaccinarci, è una scelta volontaria.
Che risposta c’è stata?
Molto contrastante. Fino a quando le vaccinazioni venivano fatte con il siero Pfizer, cioè fino a metà gennaio, buona parte del personale sanitario si è fatto vaccinare. Quando è arrivato AstraZeneca, le vaccinazioni sono diminuite e adesso con le polemiche che ci sono state sui possibili danni le vaccinazioni sono crollate quasi del tutto.
La polemica sul fatto che la Germania avrebbe fatto incetta di vaccini rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea che impatto ha avuto?
È passata in sordina, come la notizia di quando hanno intercettato lo scorso anno le mascherine destinate all’Italia. Non si parla di queste cose sui media tedeschi. C’è un controllo molto attento delle notizie da dare sui media.
I casi che si registrano sono dovuti alla variante inglese?
Avendo Amburgo un porto che storicamente commercia con il Regno Unito, siamo stati i primi a importare la variante. Purtroppo tantissimi casi si verificano anche per la vicinanza con la Danimarca, sono tanti i frontalieri che passano, un po’ come tra l’Italia e la Svizzera. La variante sta spopolando: venerdì su 100 persone ricoverate il 70% era colpita da variante inglese, e adesso sono il 92%.
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