STOCCARDA – I recenti sviluppi del quadro geopolitico hanno nuovamente spostato la linea rossa dell’escalation militare. Le nazioni del G7 hanno autorizzato l’addestramento di piloti ucraini con aerei da combattimento F16, preludio alla consegna degli aerei stessi alle forze armate di Kiev. Un’opzione ritenuta impraticabile fino a pochi mesi fa in quanto oltre la linea rossa, che nel frattempo si è appunto spostata.
La Germania cerca di tenersi un po’ in disparte, in ottemperanza al motto “armateli e fateli partire”, con due motivazioni principali: in primis, la Bundeswehr non dispone di F16 cedibili all’Ucraina; in secondo luogo, Olaf Scholz ritiene che la Germania stia già facendo la sua parte. La pressione interna ed esterna sul Cancelliere è pero destinata a salire e il finale potrebbe essere scontato.
Non tutti i cittadini sono d’accordo con la linea del Governo tedesco. Secondo un sondaggio condotto da ARD-DeutschlandTrends a marzo 2023, il 47% degli intervistati pensa che l’impegno tedesco sia appropriato, mentre il 34% giudica il coinvolgimento eccessivo. Il 43% del campione mette d’altra parte in discussione l’efficacia delle sanzioni economiche imposte alla Russia.
Sabato 20 maggio si è tenuta a Heilbronn (Baden-Württemberg) una manifestazione dei cosiddetti “Querdenker”, un termine che può essere tradotto letteralmente come “pensatori laterali” o “fuori dagli schemi”. I manifestanti hanno espresso il proprio dissenso nei confronti della politica filo-atlantista del Governo semaforico a trazione verde-oliva (il colore delle uniformi militari, secondo una copertina del settimanale “der Spiegel”). “Frieden schaffen ohne Waffen” (fare la pace senza armi); “Dumm wählt grün” (gli stupidi votano verde): questi alcuni degli slogan sugli striscioni dei partecipanti.
Qual è l’opinione gli esperti militari? Il colonnello Markus Reisner dell’esercito austriaco, intervistato da ZDFheute, ha citato un rapporto del Royal United Services Institute (RUSI). Si tratta di un think tank britannico che svolge ricerche su temi legati a difesa e sicurezza, fondato nel 1831 da Sir Arthur Wellesley, duca di Wellington, passato alla storia per aver sconfitto Napoleone a Waterloo.
Secondo il rapporto del RUSI, l’esercito russo starebbe imparando dai propri (numerosi) errori: il camouflage dei carri armati è migliorato, l’artiglieria è più mobile e vengono utilizzati i droni al posto degli aerei. Uno scenario che ricorda la learning curve durante l’operazione Barbarossa: anche in quel caso, dopo lo sbandamento iniziale e a dispetto di perdite colossali (milioni di soldati), l’esercito russo riuscì a riprendere il pallino del gioco. Naturalmente sono passati 80 anni, e in questo periodo i trend tecnologici e demografici non hanno giocato a favore della Russia. Secondo il colonnello, l’esercito russo non andrebbe comunque sottovalutato.
Reisner fa inoltre notare che le informazioni diffuse dai generali russi potrebbero far parte di una strategia di depistaggio. Anche in questo caso possiamo tirare in ballo Napoleone, che prima della famosa battaglia di Austerlitz si presentò in braghe di tela dallo zar Alessandro, fingendo di essere debole e cercando di negoziare una tregua. Alessandro cadde nel tranello e accettò baldanzoso lo scontro, che si concluse con il ben noto disastro. I video di Yevgeniy Prigozhin potrebbero far parte di una sceneggiata simile.
Sul fronte interno, l’economia tedesca invia segnali contrastanti. Gli ultimi dati dell’ufficio federale di statistica indicano una crescita negativa nel secondo trimestre, che porta il Paese in recessione tecnica. Secondo Tagesschau, l’andamento del Pil mostra tuttavia una dinamica disomogenea: positiva per il settore dei servizi, negativa per il comparto industriale. Mentre l’indice degli acquisti è salito a 57,8 punti, il livello più alto degli ultimi due anni, il barometro del settore manifatturiero è sceso a 42,9 punti, il livello più basso degli ultimi tre.
Qual è la chiave di lettura di questi fenomeni? Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, la reattività dei servizi è sostenuta dai consumi privati, che stanno andando bene nonostante l’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Il settore manifatturiero soffre invece per il calo di domanda dalla Cina, i prezzi dell’energia costantemente elevati, i tassi d’interesse in aumento e la guerra in Ucraina sullo sfondo.
Quali conclusioni trae Christian Lindner? Scrive il ministro delle Finanze sul suo profilo Linkedin: “Introdurre la settimana lavorativa di quattro giorni!? Quando il gruppo delle nazioni del G7 guarda alla Germania e alla Gran Bretagna, bisogna rendersi conto che le nostre due economie hanno i tassi di crescita più bassi. Altri Paesi prosperano, sono più dinamici, mentre noi quest’anno dovremo accontentarci di una crescita prevista dello 0,4%”. [dato da aggiornare probabilmente al ribasso]
“Con queste prospettive, il nostro Paese non ha bisogno di una discussione sulla settimana di quattro giorni. Perché non c’è mai stata una nazione in grado di mantenere un alto livello di prosperità lavorando meno. Ciò di cui abbiamo bisogno è un dibattito sulla competitività e sulle fonti future di prosperità”.
Quindi: testa bassa e pedalare!
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