Destabilizzare il sistema politico considerato illegittimo sotto il profilo politico e sotto il profilo degli interessi economici costituisce una costante del modus operandi degli Stati Uniti – e non solo – dalla Guerra fredda ai giorni nostri. Lo dimostrano i fatti relativi alla Libia e all’Ucraina.

Gli inglesi cercarono di eliminare Gheddafi, come confermato da David Shayler, ex agente dell’MI5, il quale ha rivelato che l’MI6 avrebbe versato 100mila sterline ad al Qaeda per eliminare Gheddafi, operazione che sarebbe stata coordinata da Richard Bartlett. Il tentativo di eliminarlo sarà eseguito nel 1996, ma fallirà a causa di un errore del posizionamento della bomba, come ricostruito dalla studiosa Annie Machon nel saggio Spies, Lies and Whistleblowers. M15, M16 And the Shayler Affair (2005).



La guerra clandestina fatta attraverso le operazioni coperte costituisce uno strumento usato assai di frequente dai servizi di sicurezza, sia durante la Seconda guerra mondiale, sia soprattutto durante la Guerra fredda. Per quanto riguarda operazioni clandestine ad ampio spettro, furono poste in essere nel 2011 operazioni per certi versi analoghe a quelle fatte da inglesi e americani a favore dell’Uck, tra Serbia e Kosovo, durante il conflitto nel 1999.



Nel concreto in Libia la Gran Bretagna si servì delle unità speciali Sas per sostenere gli insorti e sabotare la difesa aerea libica. Numericamente furono circa un centinaio i membri delle Sas che operarono ai danni della Libia. La loro presenza era evidente già nel febbraio 2011. Concretamente le unità speciali delle Sas furono in grado di distruggere i missili terra-aria a lunga gittata libici impedendo quindi alla Libia di potersi difendere in maniera adeguata. Estremamente interessante osservare che dal punto di vista operativo le unità speciali inglesi giunsero in Libia ben prima che il Consiglio di sicurezza Onu autorizzasse il conflitto armato contro la Libia, come ampiamente rivelato sia dal Daily Mirror che dal Guardian.



Accanto agli inglesi naturalmente la presenza della Cia era ben radicata: la Cia infatti era presente  – lo ha rivelato il New York Times il 30 marzo 2011 – come un vero e proprio esercito ombra per destabilizzare il regime di Gheddafi. È superfluo osservare che questa operazione militare contro la Libia non fece altro che destabilizzare un’area cruciale dell’Africa, consegnando di fatto la Libia non solo al terrorismo islamico ma anche alla Turchia e ai Paesi arabi, come abbiamo avuto già modo di rilevare su queste pagine.

Per quanto riguarda l’Ucraina, la destabilizzazione posta in essere dagli Stati Uniti era finalizzata anche a consentire l’allargamento della Nato. Il rovesciamento del regime ucraino governato da Viktor Janukovyc nel novembre del 2013 costituisce un altro caso esemplare di guerra clandestina fatta attraverso un’operazione coperta, finanziata da Soros, che sostenne finanziariamente le proteste a Maidan e coordinata da Victoria Nuland in stretta collaborazione con l’ambasciatore americano ucraino Geoffrey Pyatt.

A tale riguardo ci sono solo fatti di incontrovertibile evidenza – come per esempio il fatto che il successore Petro Porosenko, giunto al potere, si recò a New York nel settembre 2014 per fare un discorso davanti al Congresso americano in cui pubblicamente ringraziava gli Stati Uniti – ma esistono dichiarazioni ancora più esplicite, come quella fatta dall’ex dirigente della Cia Ray McGovern secondo il quale erano proprio gli Stati Uniti a destabilizzare il governo ucraino; o quella di Paul Craig Roberts, sottosegretario del Tesoro durante l’amministrazione Reagan, il quale ha affermato che l’ufficio del Dipartimento di Stato diretto da Victoria Nuland collaborava insieme alla Cia e alle organizzazioni non governative per organizzare il golpe in Ucraina. Ma una delle conferme più interessanti – e per certi versi clamorosa – ci viene da Analisi Difesa, che facendo riferimento alla documentazione desecretata dalla Cia rivela che le operazioni di destabilizzazione in Ucraina erano iniziate nel 1957. In conclusione esiste almeno un elemento che accomuna questi due destabilizzazioni, e cioè il fatto che sia nel caso della Libia che nel caso dell’Ucraina l’Europa sia stata profondamente danneggiata – una coincidenza, ci chiediamo pleonasticamente? – e dall’altro lato il fatto che l’Europa non risparmiò elogi sia nei confronti di Gheddafi sia nei confronti di Putin per gli accordi commerciali posti in essere nei più svariati settori a cominciare da quello energetico, settore di importanza cruciale per il continente europeo.

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