Un capo dello Stato musulmano, ma rispetto per la libertà religiosa. La sharia come fonte di diritto, anche se non esclusiva. Una Repubblica araba e non islamica. La nuova Siria di “Al Jawlani” Al Sharaa sta prendendo forma anche con la Costituzione. Un testo provvisorio nel quale, però, ci sono già indicatori importanti dell’impronta che si vuole dare al Paese.
Si parla di libertà di stampa, di diritti delle donne rispettati, anche se poi, osserva Mario Zenari, cardinale, nunzio apostolico a Damasco, bisognerà vedere nella realtà dei fatti cosa succede.
Le dichiarazioni del leader del gruppo ora al potere restano condivisibili, soprattutto quando parla di una Siria inclusiva, ma le persone che gli stanno attorno, per la loro storia e le loro idee, non sempre offrono garanzie quanto a rispetto degli altri e dei diritti. La Siria sulla carta potrebbe non essere poi quella che si realizza nella realtà.
In attesa di quella definitiva, la Siria si è dotata di una Costituzione provvisoria, prendendo come riferimento la giurisprudenza islamica, ma affermando il rispetto della libertà di opinione e dei diritti delle donne. Che giudizio si può dare sul testo?
Devo ancora studiarlo bene, approfondirlo. Ci sono alcuni spunti, però, a partire dai quali si può già fare una riflessione. La Siria sarà una Repubblica araba, come era già in precedenza. Un aspetto importante, perché si temeva che potesse diventare una Repubblica islamica. È stato evitato e questo, direi, è sicuramente un buon inizio, un buon compromesso. In questa area siamo circondati da una serie di Stati che si definiscono islamici, che fanno un riferimento esplicito alla religione nel loro nome.
Per come è stato presentato il testo, però, si fa riferimento, come fonte, alla giurisprudenza islamica. C’è, quindi, comunque una scelta di campo?
La fonte principale del diritto sarà la sharia, ma non sarà l’unica fonte. Anche questo possiamo giudicarlo un buon compromesso. Fosse stato il contrario, sarebbe stato difficile da accettare. Dobbiamo sempre tenere conto che in questo Paese, naturalmente, la maggioranza delle persone è di fede musulmana.
Il capo dello Stato, tuttavia, deve essere un musulmano. Quasi una necessità, visto appunto che la stragrande maggioranza delle persone fa riferimento a questa religione, oppure si poteva lasciare aperta questa possibilità a tutti?
Sì, certo, molti cristiani dicono che sarebbe stato meglio non inserire questa condizione, anche se in pratica è difficilissimo, quasi impossibile, che un cristiano possa aspirare a questa carica, perché i numeri non ci sono.
Si garantisce la libertà di culto e si dice che lo Stato rispetta le religioni abramitiche. Anche qui si è ridotto il campo delle possibilità?
Ripeto, il giudizio va approfondito, ma mi sembra che in questo contesto non si possa pretendere di più da questo punto di vista. In linea di massima ritengo il testo accettabile, tenendo conto che non siamo né a Roma né a Tokyo.
È stata presentata come una Costituzione che rispetta la libertà di pensiero e di stampa, così come i diritti delle donne. C’è da credere che sarà così?
Finora tutte le dichiarazioni che ha fatto Al Sharaa sono decisamente accettabili, poi bisognerà vedere concretamente come andranno le cose. Continua a ripetere che la Siria sarà inclusiva. Le sue parole, insomma, si possono sottoscrivere. Poi si vedrà.
In Occidente, quando si pensa a questo, si fa riferimento subito alla questione del velo: le donne devono indossarlo oppure hanno effettivamente libertà di azione?
Una cosa è quello che si dice a palazzo presidenziale, un’altra cosa è quello che si vede sulla strada, a volte. Questo è il problema, insomma. Occorrerà verificare se queste autorità, parlo del presidente e del suo entourage soprattutto, saranno abbastanza forti da far rispettare quello che dicono. La vera questione è tutta qui. Le dichiarazioni di Al Sharaa sono condivisibili, ma bisognerà vedere se tutti quelli che sono intorno a lui rispetteranno quello che promette.
Nel testo viene affermata anche la separazione dei poteri. Come può essere realizzata?
Anche in questo caso valgono le stesse considerazioni. Un’affermazione come questa, naturalmente, è sottoscrivibile, ma si tratterà di metterla in pratica. Intorno ad Al Sharaa c’è anche gente molto promiscua, ci sono dei fondamentalisti, delle milizie che si mischiano con l’esercito e che compiono quei massacri che abbiamo visto in questi giorni. I princìpi enunciati, insomma, si possono accettare. Attendiamo di vedere se verranno applicati.
(Paolo Rossetti)
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