Robert Fico si appresta a dare un governo alla Slovacchia. Amico del premier ungherese Orbán, contrario al sostegno dell’Ucraina nel conflitto con la Russia perché ritiene che questa sia la guerra dell’Occidente contro Mosca, scettico nei confronti dell’Unione Europea, è stato appena eletto alla guida del Paese. Una nazione che ormai, più che tra destra e sinistra, è divisa tra filoeuropeisti e cittadini critici nei confronti della Ue.
Come osserva Ján Košiar, sacerdote e giornalista slovacco che vive a Bratislava, c’è insofferenza verso le posizioni dell’Ue su aborto, LGBTQ+, ma anche sulle auto elettriche, viste come imposizioni di un’Europa che da molti è considerata più come un fardello che un’opportunità.
Si aspettava una vittoria di Robert Fico alle elezioni di sabato scorso?
Sì, certo, chi segue le vicende politiche slovacche lo dava per scontato.
Crede che riuscirà a formare speditamente un nuovo governo e con quali partiti?
Sì, credo che lo definirà in settimana e francamente lo spero, perché la Slovacchia ha bisogno di stabilità dopo troppe crisi politiche negli ultimi anni. Formerà una coalizione tra il suo partito Smer, Hlas (Hlas è nato da una scissione dallo Smer) e il Partito Nazionale Slovacco.
Non è una contraddizione che Fico si dica “di sinistra” e che il PNS invece, almeno in Italia, sia considerato “di destra“?
Qui in Slovacchia non vige più la classica distinzione politica tra “destra” e “sinistra”, quanto piuttosto tra filoeuropei ed euroscettici, oppure tra chi rimpiange l’ex Cecoslovacchia e chi invece si sente completamente slovacco.
Quale è stata la posizione della Chiesa slovacca durante l’ultima campagna elettorale?
I vescovi slovacchi hanno fatto leggere in tutte le chiese cattoliche una Dichiarazione dove testualmente si diceva: “Pertanto un cristiano non dovrebbe votare partiti o onorevoli che, secondo le parole di Papa Francesco, sostengono la ‘colonizzazione ideologica’, cioè sono d’accordo con gli aborti, con le unioni registrate (PACS), con l’eutanasia o con l’ideologia di genere, o diffondono disinformazione, odio e divisione”.
Perché Fico, riferendosi al conflitto in Ucraina, dice che “questa guerra non è nostra ed è cominciata nel 2014. È la guerra dell’Occidente con la Russia”? Così pensa la maggioranza degli slovacchi?
Forse Fico ha letto Solzenicyn: “Ho più volte scritto e parlato in pubblico dell’Ucraina e della sua gente e della tragedia della carestia ucraina. Ho molti vecchi amici in Ucraina, ho sempre saputo che la sofferenza dei russi e degli ucraini era in entrambi i casi causata dal comunismo. Nel mio cuore, non c’è posto per un conflitto russo-ucraino, e se, Dio non voglia, le cose arriveranno alle estreme conseguenze, posso dire che mai, in nessun caso, né io né i miei figli ci uniremo a uno scontro russo-ucraino, non importa in che modo alcune teste calde possano spingerci gli uni contro gli altri”.
Qual è la posizione di Fico sui migranti? Da dove vengono in questo momento i migranti che arrivano in Slovacchia?
Difende la patria, o almeno cerca e dice di fare così. Attualmente in Slovacchia sono presenti diverse migliaia di profughi dal Medio Oriente e dall’Africa settentrionale. Vogliono andare tutti in Germania. Vengono dal sud, dall’Ungheria.
Veniamo a una questione importante: i rapporti con la Ue. Cosa cambierà per la Slovacchia?
In sostanza credo nulla, ma se i vertici di Bruxelles non reggeranno più, potrà cambiare tutto. L’Unione Europea non è più come era una volta, ovvero soprattutto una unione di Stati liberi per favorire gli scambi commerciali, personali e dei servizi.
Orbán ha quindi un nuovo e importante alleato?
Direi di sì, Fico è amico di Orbán, ma tra i due Paesi c’è da sempre diffidenza. Bisogna tener presente che tanti ungheresi non hanno digerito ancora la perdita della Slovacchia (dei loro territori del Nord, in ungherese Felvidék) a Trianon, la ritengono una grande ingiustizia.
Come viene giudicato in Slovacchia il governo Meloni? Se ne parla o è considerato un fenomeno tutto italiano?
Se ne parla poco. Di recente è venuto qui il presidente Mattarella, ma i giornali si sono limitati a riprendere solo una breve e secca notizia d’agenzia. Mattarella è soprattutto andato a visitare i militari italiani che in Slovacchia ci difendono.
Come pensa che finiranno le prossime elezioni europee, almeno in Slovacchia, e come saranno probabilmente divisi i seggi slovacchi tra i partiti?
Le elezioni europee sono in Slovacchia poco popolari, cioè poca gente va a votare, almeno fino all’ultima volta. Conta poco in Slovacchia uno che è eurodeputato. Solo si sa che prende tanti soldi ed è invidiato per questo. E comunque la Slovacchia elegge solo 14 eurodeputati. È però un atteggiamento che sta cambiando dopo che l’Europa ha cominciato a imporci le sue regole delle unioni gay e LGBT, sull’eutanasia o sull’aborto come diritto della donna, oppure le auto elettriche e così via. Non è più come una volta, comincia essere come la Torre di Babele. Credo che l’anno prossimo più gente andrà a votare, ma soprattutto come voto di protesta nei confronti della politica di Bruxelles.
(Marco Zacchera)
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