In questi ultimi giorni c’è stato una specie di filo diretto tra il nostro Paese e il Sudamerica e non solo per il risultato di un referendum che taglia considerevolmente la rappresentanza politica degli italiani all’estero. C’è da registrare pure il tristissimo episodio che ha “investito” il calciatore uruguaiano Suarez, i cui esami di italiano, obbligatori per poter ottenere la nostra cittadinanza, sono risultati totalmente falsati, trasformandoli in una comica che si è riflessa, purtroppo, nella stampa internazionale. Come già accadde nel 1991 con altri giocatori “oriundi”, che però all’epoca sfruttarono discendenze totalmente fasulle per ricevere l’agognato passaporto e poter non rientrare come extraeuropei nelle nostre squadre. Ma, come denunciato anche dal Sussidiario, un paio di anni fa scoppiò il fenomeno delle cittadinanze attive che investì migliaia di persone con residenze fasulle nel nostro Paese, atte a godere dei vari benefici previsti in caso di rimpatrio di italiani dall’estero. Di queste problematiche abbiamo parlato con Claudio Zin, medico e giornalista, che fino al 2018 è stato Senatore della nostra Repubblica, eletto nelle file del MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero) nel 2013. In questi anni ha assunto importanti cariche in associazioni italiane in Argentina ed è considerato da anni un punto di riferimento della nostra copiosa comunità.
Qual è la sua opinione rispetto ai risultati del referendum e delle elezioni regionali?
Il popolo italiano voleva qualche cambiamento nella politica, per cui ha approfittato di questa “interessante” offerta. Il risultato era scontato, quindi per me non è stata una sorpresa. A mio parere la vera sorpresa elettorale è invece data dalla schiacciante maggioranza con la quale il Governatore del Veneto Zaia ha vinto le elezioni, cosa che la dice tutta sulla gestione della pandemia che ha fatto. Quello veneto è diventato un modello interessantissimo che viene considerato come esempio da seguire, per cui la gente della sua regione lo ha premiato.
Il risultato del referendum significa anche un taglio netto della rappresentanza degli italiani all’estero nelle due Camere…
La nostra rappresentanza purtroppo diventerà puramente simbolica, anche se non è che con i 12 senatori e i 18 deputati attuali si sia potuto soddisfare le richieste degli italiani all’estero. Quello che per noi è una speranza risiede nella nuova legge sulla rappresentanza elettorale: vedremo cosa si potrà fare e se ci si permetterà di lavorare insieme per modellare finalmente qualcosa di costruttivo. Di sicuro ciò costituirà una nuova esperienza che, lo speriamo profondamente, potrà essere più positiva di quella precedente.
Quasi contemporaneamente è scoppiato lo scandalo del calciatore Suarez e gli esami di italiano truccati per potergli permettere di ottenere la nostra cittadinanza.
Il caso Suarez è semplicemente definibile con un termine, ovvero quello della truffa. I calciatori devono essere considerati al pari degli altri cittadini, non dei marziani. Ciò che mi colpisce tristemente è come le autorità di una università così importante si siano piegate a questo genere di manovre: è pazzesco!
Ci può dare la sua opinione sulla situazione dell’Argentina attuale, non molto conosciuta in Italia se non con poche eccezioni informative come quella della nostra testata?
L’unica parola con la quale si può riassumere l’attuale Argentina è caos. In generale, la gestione politica del Presidente Alberto Fernandez è praticamente indecifrabile: non si sa cosa vuole e dove le sue politiche siano dirette, ma pure noi argentini non sappiamo cosa fare.
Lei è anche medico: ci può dire quali differenze ha riscontrato tra i nostri due Paesi nell’affrontare il Covid-19?
Pur se con evidenti errori iniziali, l’Italia ha poi saputo ribaltare una situazione che era gravissima, tanto da essere indicata attualmente come un modello da seguire per i notevoli risultati raggiunti e anche per attraversare la migliore situazione europea del caso, dovuta alla sua encomiabile gestione. Le critiche iniziali, lo ripeto, hanno lasciato spazio alla nostra sincera ammirazione non solo per l’aspetto sanitario ma anche per quello politico. Si è agito ragionevolmente decodificando la problematica nel modo più adeguato con il fine di proteggere la popolazione. Non altrettanto si è fatto non solo in Argentina, ma pure in Brasile, negli Usa e in altri Paesi. Oggi, per esempio, in Italia i casi dall’inizio della pandemia hanno superato i 300.000, mentre in Argentina il calcolo ufficiale parla di 700.000, ma a mio parere si superano i 6 milioni e non lo dico per esagerare ma mi baso sul basso numero di tamponi effettuati. La gestione politica della pandemia poi è stata un disastro: l’attuale ministro della Salute (Ginez Gonzales, ndr) è completamente un somaro. L’ho fatto sapere anche a lui, non mi sono tenuto il pensiero per me: ha commesso degli errori spaventosi.
(Arturo Illia)