Scoppia il caso dei tamponi dall’India. Nonostante molti viaggiatori abbiano il certificato di negatività al covid, una volta giunti nel nostro paese sono risultati positivi al virus. Nell’ultimo volo proveniente da Fiumicino, come riferisce TgCom24.it, il 9% dei passeggeri, compresi due membri dell’equipaggio, è risultato essere infetto, nonostante sia vietato viaggiare appunto con il covid. Come è possibile? Sembra che in India si stia diffondendo una compravendita di falsi certificati medici di modo che ci si possa comunque imbarcare e tentare la sorte.
A scoperchiare il vaso di Pandora ci ha pensato il quotidiano Il Messaggero, che ha sentito alcuni passeggeri giunti mercoledì sera a Roma da Nuova Delhi, che hanno confermato i dubbi: “Il tampone non l’ho fatto, ma ho pagato per farmi rilasciare un falso certificato col timbro”. In India c’è una legge che obbliga chi vuole mettersi in viaggio a sottoporsi ad un tampone entro e non oltre le 48 ore precedenti il viaggio, e questo deve essere ovviamente negativo.
DALL’INDIA CON I FALSI TAMPONI, POLEMICA ANCHE SULLA QUARANTENA
Peccato però che nei fatti spesso e volentieri ciò non accada e gli stessi media indiani hanno svelato l’esistenza di un mercato nero di certificati fasulli (costo 30 dollari, circa 20 euro), laboratori che falsificano appunto gli esiti dei tamponi, mettendo a repentaglio la salute di chissà quante persone. In India sembra che la vicenda abbia raggiunto importanti dimensioni, al punto per uno che viene beccato, chissà quanti sono quelli che riescono a sfuggire ai controlli. Fortunatamente l’Italia “non si fida”, ed effettua a sua volta un tampone sul viaggiatore giunto nel nostro Paese, anche se in possesso di certificato di negatività, e così è accaduto ai 232 passeggeri provenienti dalla capitale indiana mercoledì.
Resta comunque il problema legato all’isolamento: chi viene dall’India è obbligato a sottoporsi a quarantena preventiva di 14 giorni, ma D’Amato, assessore alla Sanità Lazio, si domanda: “Davvero pensiamo che un lavoratore tornato dall’ India legge l’ordinanza e di sua iniziativa decide di isolarsi? Serve un sistema del tutto differente, bisogna recuperare le liste dei passeggeri tornati dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e inviarle alle varie Asl”. Anche per questo la variante indiana sta preoccupando sempre più gli esperti.