L’ingresso dell’Ucraina nella Nato e nell’Unione Europea è stato inserito nella Costituzione dell’Ucraina dalla Verkhovna Rada il 7 febbraio 2019, nel quinto anniversario del Maidan, su proposta dell’allora presidente Poroshenko. Una scelta politico-strategica che nella formulazione dei proponenti doveva sancire un percorso definito testualmente come “irreversibile”. In questo modo, la riforma costituzionale del 2019 ha escluso ogni scelta alternativa di politica estera come costituzionalmente illegittima e quindi incompatibile con lo stato di diritto.



Viktoriia Lapa, ucraina, fellow dell’Università Bocconi di Milano, ha firmato di recente con Justin Frosini, associato di diritto pubblico comparato nella medesima università, un articolo per Verfassungsblog, dal quale abbiamo tratto spunto per questa conversazione.

Perché l’appartenenza alla Nato e all’Unione Europea sono stati inseriti nella Costituzione ucraina?



L’Ucraina voleva essere sicura che i futuri presidenti e/o partiti politici non realizzassero un’integrazione contraria alla Ue e al desiderio della popolazione ucraina di avere valori europei come voleva l’ex presidente Yanukovich.

Il vincolo costituzionale preclude all’Ucraina altre scelte politiche. Meglio applicare la Costituzione e perdere l’Ucraina, o salvare l’Ucraina e tradire la Costituzione?

Se la popolazione ucraina avesse il bisogno e il desiderio di farlo, la Costituzione potrebbe essere cambiata seguendo tutte le norme che la stessa Costituzione prevede.

Cosa pensa dell’ipotesi di uno statuto neutrale per il suo Paese? Meglio una neutralità garantita dalla Costituzione oppure garantita internazionalmente?



Meglio una sicurezza internazionalmente garantita, perché bisogna fare in modo che la Russia non invada l’Ucraina altra volta.

Qual è stato il ruolo della Corte costituzionale nella riforma?

La Corte costituzionale dell’Ucraina ha affermato la conformità del disegno di legge n. 9037 sugli emendamenti alla Costituzione dell’Ucraina – relativi al percorso strategico dello Stato verso l’acquisizione della piena adesione all’Ue a alla Nato – con i requisiti previsti dagli articoli 157 e 158 della Costituzione.

Che cosa prevede l’art. 157?

Dice che la Costituzione “non può essere modificata se gli emendamenti prevedono l’abolizione o la restrizione dei diritti e delle libertà dell’uomo e dei cittadini, o se sono orientati alla liquidazione dell’indipendenza o alla violazione dell’indivisibilità territoriale dell’Ucraina. La Costituzione dell’Ucraina non può essere modificata in condizioni di legge marziale o di stato di emergenza”.

E il 158?

Testualmente, “il disegno di legge sull’introduzione di modifiche alla Costituzione dell’Ucraina, considerato dalla Verkhovna Rada dell’Ucraina e non adottato, può essere presentato alla Verkhovna Rada dell’Ucraina non prima di un anno dal giorno dell’adozione della decisione su questo disegno di legge”.

La strategia di sicurezza nazionale voluta nel 2020 da Zelensky è un’applicazione della modifica costituzionale riguardante l’Ue e la Nato?

No, sono due documenti diversi, perché la strategia di sicurezza nazionale è stata adottata anche prima della costituzionalizzazione della Nato.

Cos’è la strategia di sicurezza nazionale e che cosa contiene?

È un documento di pianificazione a lungo termine che identifica le attuali minacce alla sicurezza nazionale dell’Ucraina, gli obiettivi e i meccanismi pertinenti per proteggere gli interessi nazionali del Paese ed è la base per la pianificazione e l’attuazione della politica statale nel campo della sicurezza nazionale.

Lei scrive che mentre l’Ucraina ha truppe russe nel Donbass, “la sua adesione alla Nato non sembra essere un’opzione praticabile”. Questa osservazione quali considerazioni politiche suggerisce?

La Russia sapeva che la Nato non avrebbe consentito l’ingresso di un Paese in guerra con la Russia stessa. Quindi l’argomento della minaccia della Nato (alla Russia, ndr) è solo una scusa creata da Mosca per nascondere il suo intento: distruggere l’Ucraina come Paese indipendente e mettere un governo fantoccio filorusso che distrugga l’identità ucraina.

Cito ancora: “L’attuale crisi tra Russia e Ucraina va oltre la Nato e deve essere compresa in un contesto storico e geopolitico più ampio”. Tale contesto riguarda anche gli eventi pre e post Maidan 2014?

Certamente. L’Impero russo aveva bandito la lingua ucraina, si vedano la circolare Valuev del 1863 e il decreto Emskiy del 1876. Per il presidente russo, stando al suo discorso del 21 febbraio 2022, l’Ucraina è illegittima come Paese indipendente perché creata da Lenin. In realtà non è la Nato a minacciare la Russia, è la Russia che si sente minacciata dall’Ucraina come Paese indipendente perché democratico.

(Federico Ferraù)

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