Secondo l’intelligence americana, ma anche secondo alcuni esponenti del governo di Kiev, il Lugansk sarà conquistato da Mosca in poche settimane, grazie alla superiorità di uomini e mezzi sul campo. Secondo diversi analisti, l’obiettivo di Putin, a questo punto, potrebbe essere un cessate il fuoco che congeli la situazione sul terreno con le regioni ucraine del sud ormai invase. In questo modo potrebbe dire di aver raggiunto gli obbiettivi prefissati, organizzare un referendum a cui si sta già lavorando e procedere con l’annessione dei territori occupati. Non è d’accordo padre Roman Labaparroco della chiesa della Vergine Maria del Perpetuo Soccorso a Brovary, poco distante da Kiev, secondo cui di fatto questa situazione “è così già da otto anni, da quando nel 2014 la Russia ha cominciato a sobillare i pochi russofoni del Donbass e di fatto ha iniziato l’invasione. Ma questa volta non credo riusciranno a vincere in modo definitivo”.



Buongiorno Padre, come state? Come ci diceva l’ultima volta che ci siamo sentiti, ci conferma che dove vive lei la gente è tornata al lavoro e nelle case?

Stiamo bene, grazie a Dio. Sì, qui la situazione è quasi del tutto tornata alla normalità.

I contadini riescono a lavorare nei campi? Molti sono stati bombardati, si parla della crisi dei cereali, l’Ucraina insieme alla Russia è il maggior paese produttore ed esportatore al mondo.



Sì, è vero, è una preoccupazione molto sentita, ma il problema riguarda maggiormente i Paesi che importano il nostro grano, dato che è bloccato nei porti dai russi. Per quanto riguarda il nostro fabbisogno interno, non ci sono grossi problemi, non si corre il rischio di una carestia.

È comunque una situazione grave, che può portare a una destabilizzazione globale.

Putin sta ricattando il mondo. La comunità internazionale deve essere più chiara nell’aiutare l’Ucraina e non solo noi.

Si comincia a notare una certa divisione a livello europeo, soprattutto Francia e Germania sembrano meno incisive contro la Russia. Sentite questa differenza?



Come dice lei, Francia e Germania hanno paura che l’Ucraina possa vincere questa guerra.

In che senso?

Perché sono due Paesi con fortissimi legami commerciali con la Russia. Storicamente la Francia ha sempre sostenuto l’imperialismo russo, ha sempre fatto in modo che si arrivasse a legalizzare ogni  invasione russa. Gran Bretagna, Polonia, i Paesi baltici e la Slovacchia sono le nazioni che sostengono davvero l’Ucraina. A parole Macron e Scholz dicono che l’Ucraina deve proteggere i suoi territori, ma a livello diplomatico usano altre parole, preferiscono trovare un accordo con Putin.

Il Lugansk sembra stia per essere conquistato dai russi. Siete preoccupati?

In realtà no, questa situazione dura da otto anni, i russi hanno invaso il Donbass già nel 2014. E non penso che riusciranno a occupare tutto il Paese.

Sì, ma quanti morti ci vorranno ancora?

Molti purtroppo. La situazione è triste, ma il prezzo è grande, sono in gioco la nostra libertà e indipendenza, dobbiamo affrontare questo sacrificio.

Secondo il ministero degli Esteri russo sono stati aperti canali diplomatici con il Vaticano, soprattutto per quanto riguarda questioni umanitarie. È una notizia positiva?

È una notizia positiva per quanto riguarda il Vaticano, non per la Russia.

Cioè?

Sono d’accordo con Otto Von Bismarck quando disse: mai fidarsi di un russo, perché un russo non crede neanche a se stesso.

Ma secondo lei il Vaticano fa abbastanza?

No, la Santa Sede è inficiata da un pacifismo qualunquista, un pacifismo che appartiene più all’ideologia della sinistra.

Il pacifismo non è cristiano?

Se leggiamo il catechismo della Chiesa cattolica, è scritto chiaramente che proteggere il proprio territorio è una guerra giusta: “Una guerra di aggressione è intrinsecamente immorale. Nel tragico caso in cui essa si scateni, i responsabili di uno Stato aggredito hanno il dovere di organizzare la difesa anche usando la forza delle armi”. Secondo me il Vaticano non fa abbastanza per sostenerci.

Da quanto sappiamo, centinaia di parrocchie e comunità ortodosse ucraine hanno rotto i legami con la Chiesa ortodossa di Mosca. Le risulta?

È difficile dire che sia così, perché non sono stati cambiati gli statuti, non si tratta di una dichiarazione ufficiale di distacco, almeno per adesso.

Però molti ortodossi sono critici nei confronti della posizione del Patriarca Kirill.

Sì, è vero, ma aspettiamo che facciano un passo concreto e ufficiale.

(Paolo Vites)

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