Come tanti suoi concittadini, era andata via da Kiev appena cominciata l’invasione russa. Vera Girich, giornalista di Radio Svoboda e del canale televisivo 1+1, “non resisteva più lontana da casa, dal suo paese” ci racconta Maria Savchuk, giornalista della tv di Stato ucraina. “È tornata a Kiev per riprendere il lavoro, sembrava che la situazione fosse più tranquilla dopo il ritiro delle forze russe”.
Il giorno che nella capitale era presente il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, i russi hanno bombardato all’improvviso, quasi come segno di disprezzo nei confronti della massima autorità internazionale: “Un missile ha colpito la sua casa, è morta a soli 55 anni. Non la conoscevo di persona, ma era una mia collega, e provo un grande dolore. Nessuno è sicuro in Ucraina” ci ha detto ancora Maria. Nonostante questo, ci assicura che gli ucraini non sono demoralizzati: “Siamo motivati a continuare a combattere per cacciare l’invasore dal nostro Paese, non molleremo”.
Come stanno i tuoi parenti che sono rimasti in Ucraina? Tua madre è sempre a Kiev?
Sì, è una donna anziana, non vuole andarsene anche se noi proviamo a convincerla. Dice sempre che lei è nata e morirà lì, non lascerà la sua terra. I miei amici e colleghi sono dispersi in mezza Europa, Germania, Polonia, Bulgaria e Italia. Si è capito che questa guerra durerà a lungo, stiamo cercando di capire come sistemarci, cosa fare. Il nostro governo sconsiglia di tornare in patria, dice che è ancora pericoloso, ci sono sempre bombardamenti.
Vi sentite demoralizzati? Nessuno ha idea di quando finirà la guerra.
Direi di no, c’è l’appoggio di Regno Unito e Usa e anche dell’Italia che ci forniscono le armi, la voglia di resistere c’è. Stiamo lottando contro qualcuno che ci ha aggrediti e invasi, la motivazione per proteggere il paese dall’invasore è forte.
I russi hanno un esercito enorme, abituato alla guerra. Mentre gli stessi soldati ucraini sono al fronte da due mesi.
In realtà i russi, malgrado questa fama di essere un esercito potente e invincibile hanno dimostrato che non è così. L’attacco iniziale che doveva portarli a Kiev è fallito, tanti di loro sono ragazzi di vent’anni che non sanno nemmeno per che motivo sono stati mandati in Ucraina. Il nostro esercito sarà di un numero inferiore rispetto al loro, ma siamo motivati, vogliamo liberare il nostro Paese e questo ci dà una carta in più rispetto a loro.
Zelensky gode sempre dell’appoggio popolare o sta scemando?
Non so se ci siano stati recenti sondaggi, fino a un mese fa il 75% della popolazione lo appoggiava.
Cosa ne pensi del desiderio di Papa Francesco di incontrare Putin per chiedergli di cessare le ostilità?
È un bel gesto, qualcosa che la Chiesa cattolica desidera sempre di fare, darsi da fare per la pace. Tutti noi vogliamo la pace. Il problema è che Putin non risponde, non dà alcuna attenzione al Papa, lui ha interessi politici, la fede delle persone non è qualcosa che gli interessi. Poi i russi usano la fede per fare politica, basta guardare il patriarca di Mosca che giustifica e considera santa questa guerra. È davvero difficile pensare di dialogare con loro.
Secondo il viceministro ucraino dell’Agricoltura i russi avrebbero portato via dall’Ucraina 400mila tonnellate di grano. Vogliono ridurvi alla fame?
Sì, come fece Stalin negli anni 30 che provocò una carestia che uccise milioni di persone. Si direbbe che abbiano cambiato tattica. Siccome hanno fallito con la guerra lampo, adesso vogliono indebolire l’Ucraina anche con la fame, privandola di qualunque possibilità di commerciare e quindi avere soldi. Tutta la zona costiera è assediata, non possiamo più esportare grano e cereali, per questo si stanno accanendo contro Odessa, l’ultimo sbocco al mare che ancora abbiamo. Sembra che i nostri soldati abbiano intercettato ordini dei comandanti russi che dicono loro di far più danni possibili, distruggere ogni infrastruttura per impoverire il Paese e metterlo in ginocchio.
Vi sentite sostenuti dall’Europa? Cominciano a esserci le prime defezioni tra i paesi dell’Unione Europea in merito alle sanzioni contro la Russia.
Questa è una cosa molto preoccupante, senza le sanzioni non si potrà convincere la Russia a fare trattative. I russi giocano anche sul campo europeo: distruggere l’unità tra i Paesi che c’è stata fino a oggi li renderà in grado di distruggere anche l’Unione Europea e i Paesi che ne fanno parte.
(Paolo Vites)
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