CAOS PD DOPO SCHLEIN IN PIAZZA M5S: ALESSIO D’AMATO SI DIMETTE DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE

Elly Schlein non lo ha mai nascosto, fin dall’inizio della sua leadership nel Pd: per battere le destre serve un patto più largo nel Centrosinistra che possa comprendere anche il M5s. Da qui però all’evoluzione che sta prendendo ultimamente il “dialogo” a distanza tra Conte e Schlein è qualcosa che sta seriamente minando la tenuta di un partito già tutt’altro che “solido” dopo le ultime Primarie. «Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del PD. Brigate e passamontagna anche No. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica», così scrive su Twitter il consigliere regionale ed ex candidato Presidente per il Pd, Alessio D’Amato.



La presenza di Schlein in piazza sabato a Roma nella manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle, specie durante l’intervento molto discusso di Beppe Grillo, è stata giudicata da parte del Pd come alquanto “improvvida” specie in un momento dove già le diverse correnti interne manifestano più di un “mugugno” sulla gestione di agenda e parlamentari dem. D’Amato non è il primo a lasciare il Pd dall’elezione di Schlein alla guida, e in generale dall’ala dei “riformisti” l’ultima goccia che rischia di far traboccare il “vaso” politico è stata proprio la vicinanza di Schlein e Conte alla manifestazione del M5s: Fioroni, Marcucci, Chinnici, Borghi, Cottarelli e ora anche l’ex assessore alla Salute di Regione Lazio, tutti fuoriusciti in forte disaccordo con la linea da “sinistra radicale” del Partito Democratico.



FONTI RIFORMISTI DEM: “ARIA DI SCISSIONE NEL PD”. IL CASO DOPO GRILLO

Secondo D’Amato, raggiunto oggi pomeriggio da “La Repubblica”, la presenza di Schlein nella piazza di Grillo e Conte «e’ stato un errore» dato che la manifestazione «si è connotata con parole d’ordine inaccettabili: brigate, passamontagna. Anche no. Sono parole inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra, che ha sempre combattuto queste forme di violenza verbale. È stato un errore politico e una sottovalutazione, vedo una sorta di spirito gregario in questa partecipazione. Ancora più grave è il mancato ed immediato pubblico dissenso da Grillo e Ovadia». L’addio all’Assemblea Nazionale sembra voler dire ormai imminente addio al Pd in quanto tale, anche se D’Amato non lo conferma ancora, «Non mi ritrovo in questa linea politica».



Secondo diversi rumors che giungono dalle singole correnti dem, D’Amato potrebbe non essere neanche l’ultimo a lasciare il Pd prima delle Elezioni Europee: «Se Schlein continuasse a inseguire Conte, spiegano fonti di Base Riformista, la scissione potrebbe arrivare prima del voto del Parlamento europeo», spiega un retroscena di “Affari Italiani” citando nomi di peso nell’ala riformisti dem. «Non polemizzo sul fatto che si sia deciso di partecipare, seppur nella fase iniziale della manifestazione, senza averne discusso. Non posso però non rimarcare la mia distanza siderale da ciò che è stato detto sulla guerra di Putin all’Ucraina. Il Partito Democratico è dalla parte dell’Ucraina, della sua lotta per la libertà e per la sovranità del suo popolo», attacca l’ex Ministro Lorenzo Guerini, leader della corrente Base Riformista. Secondo l’europarlamentare vicina a Bonaccini, Pina Picierno, «Unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull’Ucraina o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?». La parola non resta che alla prossima Direzione Pd, già rinviata due volte nell’ultima settimana dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi e la morte improvvisa della moglie di Romano Prodi, Flavia Franzoni: all’ordine del giorno lo scontro sulle armi in Ucraina, la nomina del vicecapogruppo alla Camera Paolo Ciani (non iscritto al Pd) e ora anche l’addio probabile di D’Amato con le polemiche sulla piazza di Grillo. Insomma, non pochi grattacapi per Elly Schlein…