Antonio D’Amato, past president di Confindustria nonché amministratore delegato di Seda Packaging Group, ha commentato la proposta della Commissione dell’Ue con le nuove regole sulla riduzione degli imballaggi. Il “no” è secco. “È un provvedimento privo di base scientifica, che determinerà più sprechi alimentari e di acqua e produrrà più Co2”, ha affermato in una intervista al Messaggero. Un intervento è secondo l’esperto necessario per ostacolare la produzione di elevate quantità di rifiuti, ma in modo diverso.
“Si possono fare passi avanti senza smantellare il modello virtuoso che abbiamo costruito. Una direttiva dopo l’altra, con decine di miliardi di investimenti, abbiamo ottenuto progressi molto importanti nell’economia circolare tali da rendere l’Europa il sistema più avanzato nel mondo. E l’Italia in questo contesto è la punta di diamante”, ha sottolineato il numero uno di Eppa. “Abbiamo raggiunto e superato per quasi tutti i materiali i target previsti dall’Europa, in particolare per la carta l’Italia già nel 2019 aveva raggiunto i target al 2030. Inoltre la legislazione sulla sicurezza alimentare pone l’Europa ai vertici a livello mondiale”.
D’Amato: “Regole imballaggi Ue? Più sprechi e CO2”. La contro proposta
La strada imboccata dalla Commissione dell’Ue sul tema degli imballaggi, secondo Antonio D’Amato, è dunque errata. “Noi per anni abbiamo favorito e investito in un modello di materiale sostenibile, rinnovabile, riciclabile e realmente riciclato: e adesso ci lamentiamo che abbiamo troppa carta? Dovremo fare ulteriori passi avanti di un modello di economia circolare che ha dimostrato di funzionare, non invece dei grandi passi indietro cosa che accadrebbe con questo regolamento”.
Nelle valutazione compiute prima di proporre le nuove regole, il past president di Confindustria ritiene che si siano tralasciati numerosi fattori. “Si ignorano gli impatti molto gravi che si andrebbero a produrre: pensiamo ad esempio ai paesi nel mondo dove scarseggia il cibo. Attraverso il packaging è possibile conservarlo più a lungo in totale sicurezza per la salute del consumatore. Invece con i contenitori riutilizzabili, se non puliti accuratamente, aumentiamo il rischio pandemie. Inoltre con il porzionamento si evitano gli sprechi alimentari. E poi c’è il problema dell’acqua, che deve essere utilizzata in abbondanza per lavare i contenitori”.