Damiano Cima è il vincitore della 18^ tappa del Giro d’Italia 2019: un epilogo straordinario per questa giornata che il corridore della Nippo-Vini Fantini-Faizanè non potrà dimenticare mai. Gli appassionati di ciclismo che ogni giorno seguono il Giro d’Italia hanno imparato a conoscere Damiano Cima come uno dei corridori più generosi del gruppo, in fuga quasi sempre, almeno nelle tappe non molto dure. Non a caso proprio Cima è al comando della speciale classifica dei traguardi volanti e uno dei candidati a vincere un’altra delle graduatorie collaterali del Giro d’Italia, cioè quella del maggior numero di chilometri in fuga. Suoi avversari, ma molto di più compagni di avventura, sono stati spesso Mirco Maestri e Marco Frapporti: oggi nella Valdaora Santa Maria di Sala Frapporti non è riuscito a trovare la fuga buona, ma con Cima ecco anche Maestri all’attacco, stavolta in compagnia del tedesco Nico Denz. Sembrava la solita cavalcata destinata a finire prima del traguardo, concedendo ai coraggiosi attaccanti solo i traguardi volanti. Eppure, oggi qualcosa è successo: il vantaggio, sceso attorno ai due minuti, torna a volare fino circa quattro minuti quando il gruppo è tornato a spingere, lanciandosi all’inseguimento che si decide solo sul rettilineo finale. Una doppia volata, Denz e Maestri si arrendono ma Cima resiste e batte uno sprinter di lusso come Pascal Ackermann, che si deve accontentare del secondo posto.



CHI E’ DAMIANO CIMA

Fin qui la cronaca, già abbastanza emozionante. L’occasione però ci fornisce lo spunto per parlare di uno dei tanti gregari del nostro ciclismo, che oggi si è goduto un giorno di gloria come Cesare Benedetti settimana scorsa a Pinerolo. Dunque, chi è Damiano Cima? Nato a Brescia il 13 settembre 1993, ha un fratello minore che si chiama Imerio ed entrambi gareggiano per la Nippo-Vini Fantini-Faizanè. Damiano ha fatto fatica a passare professionista: stagista nel 2017, finalmente promosso nel 2018 con la squadra diretta da Francesco Pelosi e Mario Manzoni. Damiano Cima non aveva ancora mai vinto nemmeno una gara da professionista, ma si è fatto amare per le sue fughe che lo hanno reso uno dei protagonisti del Giro d’Italia 2019. Forse però nemmeno Damiano avrebbe osato sognare coronare una delle sue tante fatiche con la vittoria più grande. Un bene per Damiano Cima, un bene per la Nippo-Vini Fantini-Faizanè e qui ci preme spezzare una lancia per le squadre italiane Continental: meraviglioso il Giro della Androni-Sidermec, sempre protagoniste comunque anche la Bardiani-CSF e appunto la Nippo-Vini Fantini-Faizanè, senza dimenticare la Neri Sottoli Selle Italia KTM che purtroppo non ha ricevuto l’invito per questa edizione della Corsa Rosa. Sono l’anima del ciclismo italiano, speriamo che l’UCI non tolga ulteriore spazio alle squadre Continental allargando ulteriormente il numero delle formazioni World Tour. Anche a questo serve la vittoria di Damiano Cima: è la rivincita di Davide contro Golia, il pugno sulla bici sferrato da Ackermann deluso per il secondo posto è il simbolo per i gregari che finalmente battono i campioni.

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