Damiano David è la voce e il frontman dei Maneskin, gruppo rock vincitore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo con il brano Zitti e buoni. Appassionato di musica fin da bambino, ha abbandonato la scuola nel 2014 per cantare a tempo pieno nei neonati Maneskin, band allora composta da lui, la bassista Victoria De Angelis e il chitarrista Thomas Raggi. Damiano è un ribelle anche nell’aspetto: ha numerosi tatuaggi su tutto il corpo, e descrive il suo look come ‘fashion gipsy’, in pratica zingaresco. Un altro dei suoi grandi amori è la moda: se i Maneskin non avessero avuto successo, infatti, probabilmente Damiano avrebbe fatto l’’influencer’.



Damiano David e gli esordi coi Maneskin

Damiano David ha iniziato a esibirsi solo a 15 anni, a differenza degli altri suoi compagni che da bambini già strimpellavano. Tra le altre cose, infatti, Damiano non suona nessuno strumento: “Solo il citofono!”, ha scherzato lui in un’occasione. Nonostante l’inesperienza, i Maneskin sono emersi fin da subito grazie alla loro partecipazione a X Factor, dove si sono classificati secondi dietro a Lorenzo Licitra. Un anno dopo, nel 2018, è uscito il primo album in studio della band romana, dal titolo Il ballo della vita. Sulla loro storia, nello stesso periodo, è stato anche girato il docufilm This is Måneskin.



Damiano David: “Bocciato due volte, non ho finito la scuola”

Damiano David è nato a Roma l’8 gennaio 1999 e là ha frequentato il liceo linguistico fino al secondo anno. “Sono stato bocciato due volte e, visto che sto qua dentro, scatta automaticamente la terza bocciatura”, dichiarò all’epoca di X Factor. “Per anni mi sono sentito dire non dovevo pensare alla musica, impegnarmi in qualcosa di serio ed essere responsabile”. Ma lui non ne voleva proprio sapere: “A scuola? Io torno, ma per fare il figo. Io in teoria, ma molto in teoria, avrei dovuto finirla. Mi hanno steccato alla grande due volte, e con X Factor è arrivata la terza. Ho vissuto la scuola male. Sentirmi dire quello che dovevo fare e non poter esprimere la mia intelligenza. Se non sei scolasticamente intelligente non vuol dire che non lo sei”. Si legge ancora in una sua intervista al Messaggero: “A un certo punto andare male a scuola era una cosa voluta, mi stava strettissimo rimanere seduto sei ore ad ascoltare uno che raccontava cose. Io volevo saltare sul tavolo dei giudici e spaccare tutto”.

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