Un racconto terrificante quello fatto dalla ragazza di 23 anni che accusa Dani Alves di violenza sessuale. Mentre il calciatore si trova in carcere a Barcellona, trapelano le dichiarazioni rese dalla donna nella deposizione fatta durante la denuncia per abusi sessuali formalizzata il 2 gennaio contro il brasiliano, che ora rischia una condanna fino a 12 anni di carcere alla luce della legge spagnola modificata di recente. Infatti, il codice penale elimina la distinzione tra aggressione e violenza, dando rilievo al consenso della vittima. «Ho resistito, lo imploravo di smettere ma lui era più forte di me», ha raccontato la 23enne. Con una cugina e un’amica erano andate in un locale, dove erano state invitate da conoscenti messicani. Nell’area riservata c’era già Dani Alves. L’incontro con quest’ultimo non è stato piacevole, infatti lo ha definito «insistente e fastidioso». Inizialmente non l’aveva neppure riconosciuto.



Dani Alves le avrebbe preso con decisione la mano portandola all’altezza dell’inguine, un gesto compiuto due volte, con la 23enne che si è ritratta in entrambi i casi. Poi la violenza in bagno che sarebbe durata 17 minuti. Gli inquirenti vogliono capire perché era lì. «Non sapevo cosa ci fosse dietro quella porta, pensavo ci sarebbe stata un’altra zona vip. Solo entrando, gli ho detto che volevo andarmene, e lui mi ha detto che non potevo», ha spiegato lei, come riportato dal quotidiano catalano a La Vanguardia. Poi Dani Alves le ha detto di restare lì, cosa che ha fatto per alcuni minuti. Poi è uscita in lacrime, raccontando tutto alle amiche. Il buttafuori, vedendola in difficoltà mentre usciva dal locale, le ha chiesto cos’era successo, così è scattato il protocollo per le violenze sessuali. Mentre Dani Alves ha cambiato versione tre volte, la presunta vittima ha fornito sempre la stessa e ha rinunciato al risarcimento che le sarebbe stato proposto. (agg. di Silvana Palazzo)



DANI ALVES IN CARCERE PER VIOLENZA SESSUALE

Dani Alves è ancora in carcere (custodia cautelare), dopo l’arresto di venerdì mattina con l’accusa di molestia s*ssuale. Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di libertà su cauzione richiesta dalla difesa in quanto sussiste la possibilità di fuga, considerate le ampie possibilità economiche del calciatore e il suo doppio passaporto brasiliano e spagnolo, oltre alla sua residenza in Messico. La stampa spagnola ha riferito che le prime due notti trascorse dall’ex Barça e Juventus nel carcere di Brians (40 chilometri a Nord di Barcellona) sono state molto complicate: “Marca” e “Sport” dicono che il terzino verdeoro avrebbe cenato a fatica e avrebbe ricevuto le visite di un avvocato, un medico e uno psicologo. “Era relativamente calmo, ma anche emotivamente provato e poco loquace”, si legge. Non solo: il quotidiano “La Vanguardia” aggiunge che non sarebbe nemmeno riuscito a fare la telefonata a cui avrebbe avuto diritto, in quanto non si ricordava a memoria il numero di cellulare di nessuna persona, neppure quello della moglie.



DANI ALVES AVREBBE FORNITO TRE VERSIONI DISCORDANTI

Stando a quanto riferito dal “Corriere della Sera”, Dani Alves avrebbe fornito “tre versioni discordanti nel tentativo di ricostruire quanto accaduto la notte tra il 30 e 31 dicembre nella discoteca Sutton di Barcellona. Secondo la vittima, il giocatore l’avrebbe costretta ad entrare in un bagno situato in un privé del locale”. Il giocatore ha confermato di essere stato lì, ma per poco tempo e senza avere s*ssualmente aggredito la donna. Il giudice istruttore, però, “ritiene che il suo racconto vada in contraddizione con le prove raccolte dai Mossos, che hanno interrogato diversi testimoni, tra cui il personale di sicurezza della discoteca, raccolto diversi campioni biologici dalla toilette in cui si sarebbe consumata la violenza e visionato i filmati delle telecamere di sicurezza”. Il telegiornale del canale catalano TV3 ha asserito che Dani Alves “avrebbe raccontato in una prima versione di non conoscere la ragazza, poi di averla vista ma senza che accadesse nulla, infine che sarebbe stata lei a saltargli addosso”.