DANIEL AMEN ALZHEIMER: COSA HA DETTO IL NEUROLOGO USA

Ci sono quatto segnali d’allarme riguardo l’Alzheimer che non vanno trascurati: a indicarli è il neurologo americano Daniel Amen in un video TikTok in cui spiega che questa malattia può manifestarsi decenni prima dei sintomi. Questo morbo, che di solito colpisce persone che hanno più di 65 anni, mostra segni precoci che possono aiutare a riconoscere anticipatamente tale patologia cerebrale, quindi possono essere individuati anni prima.



Lo psichiatra Amen, che ha una doppia certificazione ed è anche ricercatore di imaging cerebrale in California, ne ha parlato sui social, spiegando che il primo segnale di allarme è la scarsa memoria. Le dimenticanze occasionali rientrano nel normale invecchiamento, invece le persone con demenza faticano a ricordare eventi recenti, dettagli importanti e conversazioni, perché una delle prime aree colpite dall’Alzheimer è l’ippocampo, zona cerebrale responsabile della formazione di nuovi ricordi.



Il secondo segnale da non sottovalutare è la scarsa capacità di giudizio e impulsività: i danni ai lobi frontali, che sono aree chiave per il processo decisionale e il ragionamento, possono portare a difficoltà nel comprendere i rischi, affrontare i problemi quotidiani e gestire le finanze.

ALZHEIMER, I CAMPANELLI D’ALLARME

È come se il cervello si spegnesse“, ha spiegato Daniel Amen nel video condiviso su TikTok. Il terzo campanello d’allarme è rappresentato dalla breve capacità di attenzione, perché i malati di Alzheimer possono avere problemi a concentrarsi o a prestare attenzione abbastanza a lungo per completare compiti un tempo semplici. Per Amen ciò si verifica quando “la distraibilità – non come l’ADHD che si ha da sempre – sembra accelerare“.



Il quarto e ultimo segnale da non trascurare è rappresentato dal basso umore, perché è emerso che quasi la metà dei pazienti affetti da Alzheimer soffre di sintomi depressivi. Chi soffre di questa patologia sperimentano spesso cambiamenti emotivi come irritabilità o forti sbalzi d’umore e spesso hanno meno controllo sui loro sentimenti, in quanto la malattia colpisce le aree cerebrali responsabili della regolazione delle emozioni.

Ma il neurologo ha individuato anche alcuni comportamenti che possono aumentare il rischio di demenza. Il primo è l’obesità: “Quando il peso aumenta, le dimensioni e le funzioni del cervello diminuiscono“. Il secondo è lo scarso riposo: “Avere poca energia spesso significa ridurre il flusso di sangue al cervello“. Infatti, il sonno aiuta a eliminare i “rifiuti tossici” dal cervello.