C’è chi simula lo spaccio di droga e chi mima di mozzare la testa a qualcuno come fanno i tagliagole radicalizzati. È quanto si vede nel video rap dell’aspirante artista Daniel Rouge, algerino arrivato in Italia ad agosto con un barcone. Dal centro di prima accoglienza di Monastir, in Sardegna, come riportato da il Giornale, ha girato un video con altri suoi connazionali che poi è finito su YouTube. Nel filmato si vede chiaramente la struttura, così come sono chiari i messaggi che trasmette. Nel testo della canzone, infatti, il rapper algerino racconta la condizione disagiata dei migranti che arrivano in Italia. Usa anche parole tipiche delle Banlieu e di quartieri degradati. Il video è stato è finito all’attenzione dalla questura di Cagliari, che sta indagando riguardo possibili illeciti amministrativi o a reati di tipo giudiziario. Peraltro, il centro di prima accoglienza di Monastir è lo stesso dove 8 persone sono state arrestate per risse e aggressioni.
DANIEL ROUGE, VIDEO RAP ANTI-ITALIA IN CENTRO MIGRANTI
«Mentre noi cittadini perbene rispettiamo le regole e siamo costretti a stare chiusi in casa, i clandestini del centro accoglienza di Monastir se ne fregano», attacca Eugenio Zoffili, deputato della Lega e coordinatore per la Sardegna. «Oltre ad evadere, rubare, molestare minorenni, fare risse, occupazioni, attaccare le forze dell’ordine, ubriacarsi e altro ancora girano pure questo video rap», ha proseguito, come riportato da il Giornale. Quindi, si è rivolto al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al prefetto di Cagliari, ricordando le reiterate denunce del Sindacato Autonomo di Polizia Sap e chiedendo la chiusura del centro e il rimpatrio immediato di tutti i clandestini ivi presenti. Tra l’altro il rapper ha un decreto di espulsione che pende sulla sua testa. Attualmente risulta essere a Roma con la sorella, pure lei ripresa nel video. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Sap di Cagliari, Luca Agati, che chiede la chiusura del centro: «È tanto tempo che denunciamo l’inadeguatezza di quella struttura che ci vede esposti in prima linea agli atteggiamenti anche aggressivi degli ospiti».