Assolta tre volte per il caso Calderoni dopo una prima condanna all’ergastolo, Daniela Poggiali si aspetta delle scuse. Ribattezzata “l’infermiera killer” per l’accusa di aver ucciso due pazienti, la donna ha trascorso oltre mille giorni in carcere e ai microfoni de Il Dubbio ha raccontato quanto passato: «Adesso sto riassaporando un po’ il piacere della libertà, delle piccole cose. Come prendermi un caffè, passare del tempo con i miei affetti. Le cose più semplici».
Daniela Poggiali ha ricordato le accuse mediatiche ricevute – «mi attribuivano un numero di morti impressionante» – sottolineando che erano imputazioni che si basavano sul nulla: «Ma erano accuse che si basavano sul nulla: non c’erano prove, solo indizi, supposizioni, chiacchiericci. Le indagini si concentrarono su 38 cartelle cliniche, ma a processo ne arrivò solo una».
DANIELA POGGIALI: “MI ASPETTO DELLE SCUSE”
Daniela Poggiali ha ripercorso il periodo trascorso in carcere, «giorni dolorosi per tutti», la sua speranza è che non si arrivi a un ricorso in Casazione: «Per quanto ancora devo difendermi in un’aula di tribunale? Quel serial killer che si aggirava nei reparti con il potassio in mano è frutto di una costruzione, non è mai esistito. E credo che a un certo punto bisognerebbe arrendersi all’idea di aver sbagliato e magari chiedere scusa». L’infermiera, infatti, si aspetta delle scuse alla luce delle quattro assoluzioni, mentre non ha ancora preso una decisione sulla possibile richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. Daniela Poggiali non ha escluso un ritorno al lavoro: «Perché no, ho sempre fatto bene il mio lavoro e so che potrei continuare a farlo bene. Bisogna che la gente venga lasciata vivere in pace dopo che è stata assolta».