Daniele Bedini, in carcere perché accusato di due omicidi a Sarzana, nello Spezzino, si sarebbe reso protagonista di un nuovo tentativo di evasione a Cuneo. Poco tempo fa l’uomo aveva cercato di fuggire dal carcere di La Spezia e questo avrebbe spinto le autorità a disporne il trasferimento in altro penitenziario. Quella di Daniele Bedini, secondo quanto riportato dall’Ansa, sarebbe stata una vera e propria evasione lampo conclusa con la cattura nel volgere di neppure un’ora.
L’uomo, falegname 32enne, è accusato di aver commesso due omicidi a Sarzana poco più di un mese fa, e sarebbe evaso dal carcere del Cerialdo di Cuneo per poco tempo prima di essere rintracciato dagli inquirenti. La polizia penitenziaria e i carabinieri lo avrebbero intercettato alla stazione mentre si trovava già su un treno, in partenza per Fossano, assicurandolo nuovamente in cella dove ora, in regime di massima sorveglianza, sarebbe guardato a vista per il rischio di reiterazione della fuga. Gli omicidi di Sarzana, delitti per cui Daniele Bedini sarebbe indagato, risalgono al giugno scorso, vittime una donna di origini albanesi, Navila Pjetri, il cui cadavere era stato ritrovato tra il 4 e 5 giugno scorsi a Marinella di Sarzana, e Camilla, transessuale 30enne scoperta senza vita nella stessa zona.
Tracce di Dna sul furgone di Daniele Bedini, accusato degli omicidi a Sarzana
In carcere, a margine del fermo in sede di interrogatorio di convalida, Daniele Bedini si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere davanti all’accusa di omicidio volontario di cui è destinatario. A suo carico, secondo quanto riporta ancora Ansa, gli inquirenti avrebbero raccolto importanti elementi che ne delineerebbero un profilo di responsabilità in merito ai delitti contestati.
Pochi giorni fa, si apprende dall’agenzia di stampa, gli esperti del Ris intervenuti negli accertamenti sul furgone di Bedini vi avrebbero isolato tracce di Dna delle due vittime. Una evidenza che rappresenterebbe una svolta cruciale nell’alveo delle indagini e che si sommerebbe, spiega ancora l’Ansa, ad altri elementi degni di interesse investigativo tra cui tracce ematiche su una scarpa e i documenti di una delle vittime all’interno della sua abitazione.
Secondo quanto emerso finora, ad aggravare la posizione anche le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza che insisterebbero nell’area teatro dei delitti. Sequenze che avrebbero impresso l’azione di Bedini mentre cercava di disfarsi di effetti riconducibili a una delle vittime.