Daniele Del Giudice è morto: lo scrittore aveva 72 anni ed era malato da tempo. Come evidenziato dal Corriere della Sera, si è dovuto arrendere all’Alzheimer che lo aveva colpito precocemente. Era uno dei più importanti scrittori italiani, in un certo senso “erede” di Italo Calvino, che gli passò il testimone. Il decesso è avvenuto questa notte e lascia nello sconforto non solo il mondo della cultura italiano. “Con la morte di Daniele Del Giudice oggi l’Italia perde uno scrittore unico la cui rara sensibilità narrativa e letteraria è stata riconosciuta ovunque e testimoniata dai numerosi premi ricevuti nel corso della sua carriera. Il mondo della cultura si stringe con affetto intorno ai suoi cari nel saluto ad un autore prezioso”. Queste le parole di Dario Franceschini, ministro della Cultura. Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia della Ue, ha invece twittato: “Un grande scrittore, intellettuale raffinato e gentile. Riposa in pace”. Sabato Daniele Del Giudice avrebbe dovuto ricevere a Venezia il premio Campiello alla carriera, l’ultimo di tanti riconoscimenti ottenuti dallo scrittore, che tra l’altro amava Venezia, città in cui abitava da tempo.



DANIELE DEL GIUDICE “LIBRI EMOZIONANTI”

Daniele Del Giudice ha scritto libri emozionanti e colti, ha indagato l’universo dei sentimenti umani e quello, solo apparentemente lontano, della tecnica e della meccanica”. Così Walter Veltroni, presidente della Giuria dei Letterati 2021, aveva motivato il 27 luglio scorso l’assegnazione allo scrittore del premio Campiello alla carriera. Inoltre, lo aveva definito “uno dei massimi protagonisti della vita letteraria, culturale, civile del nostro tempo”.



Nato a Roma nel 1949, trascorse anni in collegio e non ebbe un’infanzia felice. Suo padre morì quando lui era ancora un bambino. In un’intervista Daniele Del Giudice raccontò che prima di morire il padre gli regalo una macchina da scrivere e una bicicletta, quindi lui al mattino pedalava e nel pomeriggio batteva a macchina. Non terminò gli studi universitari, ma presto cominciò a collaborare per i giornali, prima di trasferirsi a Milano prima e poi definitivamente a Venezia. Il primo grande successo fu Lo stadio di Wimbledon, una vera e propria rivelazione. Gli altri libri e racconti più noti: Atlante occidentale, Staccando l’ombra da terra, Unreported inbound Palermo, Orizzonte mobile, In questa luce.

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