Daniele Garozzo, 30enne campione olimpico di fioretto a Rio e argento a Tokyo, si è laureato in medicina negli scorsi giorni dopo 10 anni e 5 mesi di studi. Un percorso di studi extra lungo dovuto all’impossibilità di coniugare una vita da atleta sportivo professionista con quella appunto da studente. “Sì: studio e sport non sono incompatibili – racconta oggi Daniele Garozzo ai microfoni del quotidiano Repubblica – anche se fanno di tutto per fartelo credere. È durissimo tenere insieme allenamenti, competizioni, lezioni, esami. Sto parlando di un’università dove si frequenta, non quella online, e di un sistema scolastico dove l’atleta è sempre penalizzato”. Il fiorettista aggiunge: “Non voglio sconti, né vantaggi, ma quando hai finali mondiali che coincidono con appuntamenti di studio devi scegliere, e se vinci da una parte perdi dall’altra. Non c’è nessuna flessibilità, se chiedi di spostare un appello sembri un capriccioso, nove mesi su Istologia sono stati un lunghissimo assalto”. Daniele Garozzo manda un messaggio alle istituzioni: “Lo dico a chi nel governo e nell’istruzione si occupa di questi temi: chiamatemi, sono a disposizione, per dare consigli, per lavorare su un cambiamento. Ci ho messo 5 anni, dal 2011 al 2016, per dare gli esami del biennio, sono andato più spedito quando mi hanno dato un tutor dopo l’oro di Rio. I sacrifici sono stati tanti, non solo perché mi portavo i libri in trasferta, ma perché ho dovuto adattare la vita agli impegni, organizzare i ritagli di tempo, ottimizzare ogni singolo momento della giornata. Ma la mia dannazione continua, si chiama esame di diploma per la specializzazione”.



E il perchè Daniele Garozzo usa la parola ‘dannazione‘ è subito spiegato: “Perché si dovrebbe tenere a luglio nelle stesse date in cui sono impegnato al Cairo nel Mondiale, l’unico titolo che mi manca. E l’esame c’è una volta all’anno, se lo salto devo aspettare il 2023. Significa che a scegliere per me sarà non la mia passione, perché io vorrei fare medicina sportiva, ma la convenienza. Forse mi indirizzerò verso medicina generale che ha la prova a gennaio, data per me più sicura, e tra l’altro, anche se sognavo di diventare un chirurgo d’urgenza da Medici senza Frontiere, sto rivalutando la figura del medico di base”. Daniele Garozzo ha raccontato anche una certa amarezza nel trattamento ricevuto dopo l’Oro di Rio: “Onestamente sì. Dopo aver vinto a Rio immaginavo che avrei ricevuto attenzioni e offerte da parte degli sponsor. Ma come mi disse un dirigente di azienda: Daniele, sei troppo un bravo ragazzo. Non faccio scandalo, non vado ai reality, sono fidanzato con Alice Volpi, anche lei fiorettista, frequentiamo il centro sportivo a Frascati”.



DANIELE GAROZZO: “SPORT IN ITALIA SI REGGE SULLA FAMIGLIA”

Quindi Daniele Garozzo ha concluso la sua intervista così: “Lo sport in Italia si regge sulla famiglia, nei piccoli garage di provincia dove spesso tutto inizia, io tra l’altro da specializzando forse dovrò lasciare le Fiamme Gialle. Capisco che lo sport in mano ai gruppi sportivi militari non piaccia a molti, ma se non ci fossero loro chi si occuperebbe degli atleti?

“Io a Parigi ci voglio andare – spiega – avrò 32 anni, mi piacerebbe essere portabandiera, perché credo di poter essere un buon esempio, ma capisco che alla pari di me ci sono Paltrinieri, Jacobs, Tamberi. Mi piacerebbe però un’Italia che in tutti i settori puntasse sui giovani. Chiediamo ai nostri campioni di resistere, anche quando non ce la fanno più, vogliamo imbalsamarli, lo dico da grande tifoso di Nadal, invece di capire che lo sport è un momento bellissimo, ma poi ci vogliono nuove armi. Per combattere anche con altri ferri”.