Daniele Pecci, star della fiction italiana, si gode uno «splendido anonimato». L’attore ne parla a “Vieni da me” su Raiuno, spiegando che nessuno lo riconosce in strada. Ma questo non gli dispiace: essendo riservato, apprezza la tranquillità della vita quotidiana. «Non mi riconoscono, nemmeno quando esco con la mia compagna», dice in riferimento alla compagna Anita Caprioli, senza però nominarla. Fatica infatti a fare il nome: «Non vuole essere citata». E allora per lui lo fa Caterina Balivo, giustificandosi col fatto che anche lei sia famosa essendo attrice. «Stiamo insieme da 5-6 anni. Andiamo in autobus, in metro, al ristorante. Non ci riconosce nessuno… Mi godo il mio anonimato, non ci dispiace perché ci lascia molta libertà», racconta da Caterina Balivo. Daniele Pecci rifiuta poi l’etichetta di sex symbol che gli è stata data nel momento di suo maggiore successo: «Piaccio? Sono bello dentro…». (agg. di Silvana Palazzo)



DANIELE PECCI A VIENI DA ME: GLI INIZI

Daniele Pecci alle prese con la cassettiera di “Vieni da me”. Il primo oggetto col quale raccontarsi è un cappellino. Si tratta di un oggetto di scena, che rievoca la serie tv “Orgoglio” a cui prese parte nel 2004. «Mi dissero che mi avevano scelto dopo la prima intervista, non ai provini». E così raggiunse una grande popolarità. E non è stato facile per lui che era timido e riservato. Recitò con Elena Sofia Ricci: «Divertente e molto semplice. Abbiamo riso molto, a dispetto dei nostri personaggi. Sul set ridevamo molto». Invece su Cristiana Capotondi rivela: «Non la vedo da dieci anni, tanto tempo». L’attore poi ricorda: «C’era anche Barbara D’Urso. Con lei ho girato una scena sola, ma era anche lei molto semplice». Si passa poi ai suoi inizi, il teatro: «La ragione per la quale faccio questo mestiere». E pensare che non voleva prendere parte ai corsi di recitazione. «C’era una maestra che mi prendeva un po’ in giro… Poi quando arrivò un corso di teatro mi iscrisse e così ho cominciato quasi per obbligo».



DANIELE PECCI A VIENI DA ME: OMAR SHARIF E IL SUCCESSO

Da allora Daniele Pecci non smette di ringraziare la sua maestra, perché così capì che voleva fare l’attore. In “San Pietro” ha lavorato con Omar Sharif, morto nel 2015. «Era un grandissimo attore, secondo me era nel momento migliore. Era diventato un grande attore con la grande maturità. Era un uomo molto tormentato, chissà cosa aveva dentro. Era turbolento e non era facile stargli vicino. Mi ha anche invitato a Parigi nell’albergo dove viveva, è stato molto carino». A un certo punto è diventato per tutti un sex symbol. «Avevo 31-32 anni, quindi tante cose sulla vita le avevo già capite. È stato un grande insegnamento sulla macchina dello spettacolo. Ho sempre camminato liberamente in strada, poi ad un certo punto hanno cominciato a guardarmi diversamente. Anche ora godo di un anonimato totale, non mi vede più nessuno. E non perché ora ho i capelli rasati. Insieme alle belle donne? Quello perché sono bello dentro».

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