Daniele Ughetto Piampaschet è latitante. Lo “scrittore assassino” ha fatto perdere le sue tracce dal 3 luglio. Era stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per omicidio, per il quale deve scontare 25 anni di carcere. Ma finora le ricerche sono state senza esito. Daniele Ughetto Piampaschet aveva anticipato in un libro i contorni di un delitto da cui ha sempre preso le distanze. L’aspirante romanziere torinese si è sempre dichiarato innocente. La legge italiana lo riceve responsabile della morte di Antonia Egbuna, una prostituta di origine nigeriana con cui aveva avuto una breve relazione. Il cadavere della donna era stato trovato con i segni di molte coltellate il 26 febbraio 2012 sul greto del Po, esattamente come ne “La rosa e il leone”, romanzo che aveva scritto e mai pubblicato. La sua comunque fu un’odissea giudiziaria. Daniele Ughetto Piampaschet fu assolto in primo grado, invece in appello era stato condannato a 25 anni e 6 mesi di carcere per omicidio volontario. La Cassazione nel 2016 aveva poi annullato la sentenza, rinviando il caso alla Corte d’assise d’Appello.



DANIELE UGHETTO PIAMPASCHET LATITANTE DOPO CONDANNA DEFINITIVA

Si andò avanti e indietro fino allo scorso 2 giugno, quando per Daniele Ughetto Piampaschet è arrivata la condanna definitiva. Ma poi l’aspirante romanziere è scappato. Quando i carabinieri si sono presentati a Giaveno (Torino) per arrestarlo, hanno trovato in casa solo il padre che, forse per proteggerlo, si è scagliato contro un militare. L’uomo è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Processato per direttissima, è stato poi scarcerato. Del figlio invece non si sa nulla: il telefono risulta spento da giorni. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, chi conosce bene Daniele Ughetto Piampaschet ipotizza che si sia nascosto in qualche cascinale nei boschi della zona, visto che è senza soldi e documenti. Gli investigatori e il suo stesso avvocato difensore, Stefano Tizzani, auspicavano che si costituisse in breve tempo, ma così non è stato. «Scrivo ancora, ma la mia vita è cambiata», ripeteva durante le udienze. Ora c’è la latitanza.

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