Danilo Pipitone, il caporal maggiore ucciso a Centocelle, è spirato presso il reparto di Terapia Intensiva del policlinico “Umberto I” di Roma, dove i suoi genitori, Giuseppe e Vita, hanno acconsentito all’espianto degli organi, rispettando così le volontà del figlio, il quale si era specializzato infermiere nella Rianimazione del policlinico militare del Celio. La madre della vittima, la signora Vita, a proposito dell’omicidio del figlio ha asserito ai microfoni de “Il Messaggero”: La polizia sa chi è il killer. Loro lo sanno chi è stato, sanno chi è, ma non ci hanno detto niente. C’è una persona individuata. Ma non riusciamo a capire come possa essere successo. So solo che mio figlio non ce l’ha fatta”.



La donna e suo marito non si capacitano di come Danilo Pipitone possa essere stato strappato alla vita in quell’area geografica: “Mio figlio non frequentava quelle zone, abitava lontano, non era un posto abituale. Danilo era un tipo solare, allegro, tranquillo e, soprattutto, riservato. Ultimamente, poi, era diventato ancora più casalingo, usciva molto poco, pensava solo a dedicarsi al suo lavoro che amava. Era diventato molto religioso”.



DANILO PIPITONE, LA MADRE: “AVEVA LA NUCA FRACASSATA”

Danilo Pipitone, ha sottolineato la madre Vita a “Il Messaggero”, era sempre in prima linea per aiutare gli altri: “Era un ragazzo splendido, bravo, come i suoi fratelli. Andava sempre più spesso in chiesa e non c’è stata alcuna lite. Questo a noi non risulta. Sappiamo che è stata una aggressione. Lui era una persona molto tranquilla, aveva un carattere bellissimo, solare, non faceva del male a nessuno, era rispettoso delle donne”.

Nessun litigio, dunque, secondo la madre di Danilo Pipitone, che si dice convinta di questo: “Lo hanno massacrato. I soccorritori hanno trovato Danilo vicino alla sua macchina. Aveva la nuca fracassata, l’hanno colpito da dietro, con forza, quindi lui non ha avuto neanche la possibilità di vedere chi fosse, non ha potuto nemmeno difendersi. Andate a cercare i colpevoli”.