Danilo Rea ospite di Via dei Matti n.0 su Rai3
Danilo Rea, chi è il pianista jazz che ha collaborato con Rino Gaetano, Riccardo Cocciante, Gianni Morandi e Adriano Celentano e Gino Paoli? Una carriera di grandi successi quella del pianista jazz che si è fatto conoscere ed apprezzare dal grande pubblico e dalla critica per il suo innato talento. Negli ultimi anni il suo nome è spesso associato a quello di Gino Paoli con cui ha iniziato una lunga ed importante collaborazione, anche se in passato sono tantissimi i big della musica italiana con cui ha lavorato. Classe 1957, Danilo Rea nasce a Vicenza, ma ben presto si trasferisce a Roma dove studia presso il Conservatorio di Santa Cecilia.
Una volta conseguito il diploma presso il Conservatorio di Santa Cecilia, Danilo comincia a muovere i primi passi nel mondo della musica con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto con cui forma il Trio di Roma. Successivamente passa al gruppo New Perigeo e inizia il suo percorso nella musica jazz che lo porta a collaborare per lungo tempo con Rino Gaetano e a Riccardo Cocciante.
Chi è Danilo Rea, il pianista jazz amatissimo all’estero
Il talento di Danilo Rea supera anche i confini nazionali, visto che il pianista jazz si fa conoscere ed apprezzare anche oltreoceano. E’ negli Stati Uniti d’America che il suo nome risuona tra i grandi della musica: da Chet Baker a Joe Lovano e Art Farmer. Negli anni ’90 torna in Italia e inizia un lungo percorso di collaborazioni con artisti blasonati della musica italiana. Da Mina, Claudio Baglioni, Pino Daniele e come collaboratore occasionale anche con Fiorella Mannoia, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano.
Nel 2001 è tra gli artisti che hanno realizzato l’album “Mina in Studio” di Mina e successivamente lavora nel cd Q.P.G.A. di Claudio Baglioni. Successivamente arriva la collaborazione con Gino Paoli con cui partecipa anche al Festival di Sanremo. La musica dal vivo è il momento che preferisce di più: “il concerto dal vivo è però insostituibile. Il rapporto con il pubblico ti dà un’energia che non si trova in nessun altro modo, c’è uno scambio continuo e mai uguale da una sera all’altra. Quando finisco un concerto sono stanco, sì, ma rigenerato dall’energia che mi ha trasmesso il pubblico”. Infine parlando proprio del suo grande amore per il jazz precisa: “il jazz ha il potere di cogliere l’attimo”.