Dopo aver ucciso Elisa Claps a Potenza, nel 1993, Danilo Restivo ha colpito ancora nel 2002. Partito alla volta dell’Inghilterra dopo la sparizione della studentessa 16enne (i cui resti sono stati ritrovati 17 anni dopo, nel 2010, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità), si è sposato e avrebbe assassinato la vicina di casa Heather Burnett, una sarta madre di due figli che viveva a pochi passi dalla sua abitazione a Bournemouth. Un delitto per cui sarebbe stato formalmente accusato nel 2009 e che gli è costato una condanna a 40 anni di prigione.
Attualmente Danilo Restivo si trova in un carcere inglese dove sconta la pena detentiva per i due omicidi. Riconosciuto responsabile dell’uccisione di Elisa Claps in Italia, è stato condannato a 30 anni di reclusione con sentenza definitiva emessa nel 2014. I sospetti iniziali sul suo conto, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della 16enne, erano rimasti tali a lungo e per questo, rimasto a piede libero, nei primi anni 2000 sarebbe riuscito a trasferirsi all’estero. I due casi, quello di Elisa Claps e quello di Heather Barnett, avrebbero presentato alcune analogie capaci di inchiodare l’uomo per entrambi i delitti. Tra le strane abitudini di Danilo Restivo, riscontrate in sede investigativa, quella di tagliare furtivamente ciocche di capelli a giovani ragazze (una ciocca, in effetti, sarebbe stata trovata nella mano di Barnett) e pedinarle.
Chi è Danilo Restivo condannato, le motivazioni della Cassazione sul caso Elisa Claps
La Cassazione, nelle motivazioni della condanna a 30 anni di carcere a carico di Danilo Restivo per l’omicidio di Elisa Claps, ha parlato di un delitto di “straordinaria gravità” di “piena capacità di intendere e volere dell’imputato“. Questa condizione – hanno spiegato i supremi giudici – sarebbe apparsa “evincibile anche dalla lucida strategia difensiva posta in essere e dall’autocontrollo mostrato in giudizio“. È uno dei passaggi del documento con cui la Suprema Corte ha cristallizzato i perché della sentenza emessa il 23 ottobre 2014 per il delitto della studentessa 16enne.
I giudici, ricostruisce Chi l’ha visto?, hanno respinto tutte le censure della difesa alla sentenza di secondo grado, esclusa soltanto l’aggravante della crudeltà. Nei primi due gradi di giudizio, il riconoscimento di quest’ultima era stato fondato sul fatto che il medico legale, oltre ai segni di 13 coltellate, aveva ipotizzato “ulteriori colpi alle parti non molli non riscontrabili al momento dell’autopsia“. Alla luce dei limiti imposti dal lungo tempo trascorso agli esiti dell’esame autoptico, la Cassazione avrebbe sostenuto l’impossibilità di stabilire con certezza tale quadro. L’esclusione della crudeltà non ha portato a una riduzione della pena per Danilo Restivo perché l’ergastolo – pena poi ridotta a 30 anni per effetto della definizione del processo con rito abbreviato – risultava determinato da altre aggravanti. La Cassazione avrebbe inoltre definito “assolutamente congetturale” e disancorata “dalle emergenze processuali” l’ipotesi della difesa secondo cui “un misterioso aggressore avrebbe avvicinato la Claps dopo il suo incontro con Restivo e l’avrebbe uccisa“. Secondo la giustizia italiana, Restivo è l’autore dell’omicidio “al di là di ogni ragionevole dubbio“.