In Danimarca è arrivato lo stop al vaccino anti-Covid ai minorenni. L’autorità sanitaria ha reso note le nuove linee guida per il farmaco anti virus e c’è una novità per gli under 18: l’offerta della vaccinazione primaria per i bambini tra i 5 e i 17 anni non sarà un’offerta generale, ma potrà essere somministrata dopo una valutazione medica specifica.



“Cominciamo a dire che una prima sospensione per il vaccino Moderna era arrivata a ottobre-novembre 2021, sia in Danimarca sia in Svezia. Va detto che è nella tradizione della Danimarca essere particolarmente attenta ai problemi delle vaccinazioni dei minori. Negli anni hanno anche stoppato la vaccinazione per il papilloma virus in seguito a polemiche su una serie di eventi avversi”, dice al Sussidiario Mariano Bizzarri, professore di Patologia Clinica dell’Università La Sapienza di Roma.



Dunque per lei non è un fulmine a ciel sereno.

Si mette in essere una prevenzione tramite vaccino quando si intende ridurre al di sotto di una certa soglia accettabile l’evenienza di danni dovuti alla malattia. Ma se la morte al di sotto  dei 18 anni è stimata in un caso ogni milione, quindi del tutto irrilevante, è difficile calcolare il beneficio. Se mi aspetto zero eventi negativi dovuti alla malattia, cosa mi devo aspettare dalla vaccinazione? Sempre zero eventi! Se non ho motivo di temere in questa fascia di popolazione eventi rilevanti, non ha nessun senso fare il vaccino. E c’è un  secondo punto.



Dica.

La vaccinazione ha confermato quello che già ci aspettavamo, cioè che i giovani non avrebbero avuto l’infezione da Covid o in forma moderata. Ma questo sarebbe avvenuto comunque, quindi il beneficio non è apprezzabile. Quello che è apprezzabile è invece il costo in termini di eventi avversi. Secondo le statistiche americane – quelle italiane non sono attendibili – noi abbiamo una percentuale di eventi avversi tra i 7 e i 20 anni che va dallo 0,5% all’1,2%. Parliamo di eventi avversi importanti, non il semplice dolore al braccio. Un caso ogni cento persone è una percentuale non banale su una popolazione intera. In Danimarca hanno valutato attentamente questi eventi collaterali, Soren Brostrom (direttore generale dell’Autorità sanitaria danese, ndr) ha dovuto chiedere scusa e ha riconosciuto l’errore.

Cosa ci dice questo?

Che per fortuna da qualche parte il principio di verità e il principio di realtà si impongono: non c’è nulla di disonorevole nel constatare di aver ammesso un errore, magari dovuto a un eccesso di zelo. Soren Brostrom ha avuto il coraggio di chiedere scusa. In Italia è impossibile apprezzare esattamente la portata degli eventi collaterali e c’è anche una trafila burocratica pazzesca per le segnalazioni, tale da scoraggiare chiunque. C’è un clima assurdo, che scoraggia. Ci sono dei limiti sciocchi, anche perché sappiamo che ci sono eventi avversi che possono emergere a venti giorni dall’iniezione e così via. Ma se stiamo ai dati degli altri Paesi, ci rendiamo conto dell’incremento devastante di casi gravi e di decessi.

Ad esempio?

Negli Usa ci sono stati 30mila decessi sospettati di essere ricondotti al vaccino. Sospettato non indica un nesso certo, ma se nessuno va a studiare quel nesso non sapremo mai la verità. Il problema è proprio questo, non è che per ogni caso viene messo in essere un vero e proprio processo per andare a rintracciare le cause, ma si rimane nel limbo. Il dato americano non mi pare banale e siamo ancora al di sotto di quella che è la soglia reale di osservazione, che può essere garantita solo da un sistema di farmacovigilanza attiva, che avevo anticipato nel mio libro Covid-19. Un’epidemia da decodificare. Tra realtà e disinformazione. Mi sembra che si stia molto più attenti quando si tratta di altre condizioni patologiche, mentre per questa si è voluti rimanere nel vago.

E perché a suo avviso?

Guardi… È stata costruita una versione mainstream di tutta la vicenda, la quale tendeva ad accreditare il vaccino di poteri taumaturgici. Hanno cominciato a dire che il vaccino blocca il contagio, la trasmissione, quello che è il primo motivo della vaccinazione. In realtà abbiamo visto che questo vaccino non ferma nessun contagio: chi è contagiato può contagiare a sua volta. E si è anche detto che il vaccino riduce morti e ospedalizzazioni: questo può essere vero in una ridottissima percentuale di popolazione over 80 e può essere dovuto sia al vaccino, ma anche al fatto che quelle persone sono ormai oggetto di un’attenzione sanitaria particolare. Ma al di sotto degli 80 anni, benefici zero. E ancora, si è detto di fare il vaccino ai bambini per evitare che i bambini diventino dei piccoli untori: anche questo è risultato falso. Si è detto “il vaccino è più potente dell’immunità naturale”: anche questo si è dimostrato falso, perché la malattia naturale ci dà una protezione che va oltre i venti mesi, mentre la protezione del vaccino – strombazzata come mirabolante – sappiamo che al quarto/quinto mese scende sotto il 30-40% e al settimo mese diventa negativa.

Cosa significa?

Vuol dire che chi ha avuto due-tre dosi ha subìto un tale stress immunitario che viene a essere indebolito ed è più facilmente vittima di una successiva infezione da Covid-19. Questo insieme di elementi ha minato la credibilità del vaccino. E un ultimo caposaldo fondamentale per poter facilitare l’accesso alla vaccinazione era quello che questo vaccino in nessun caso produceva eventi avversi gravi e mortali. Ricorderà il caso di Camilla Canepa

La diciottenne morta dopo il vaccino Astrazeneca.

Nel giro di pochi giorni Astrazeneca ha dovuto chiudere i battenti. Non mi pare che analoga attenzione sia stata fatta per tanti altri casi, dove erano in gioco altri vaccini. Bisognava in tutti i casi salvare i vaccini Pfizer e Moderna. Aggiungo un’altra cosa.

Prego.

In questi giorni abbiamo letto sciocchezze giornalistiche straordinarie, tipo che a causa del caldo c’è una maggiore probabilità di morte improvvisa, o per lo sport o per il fare l’amore in un certo modo. Si fanno queste improbabili connessioni solo per nascondere la connessione più probabile, ovvero che questo aumento straordinario di morti improvvise sia da ascrivere al vaccino. Pur di non andare a vedere questa connessione probabile, andiamo a vedere ciò che è improbabile. C’è una manipolazione di cui sono responsabili in primo luogo i giornalisti, che si prestano a questo tipo di operazioni. Il fenomeno delle morti improvvise ha interessato quelli che stanno meglio, i più giovani, perché in loro l’accumulo di proteina Spike più facilmente può scatenare determinate reazioni. È un problema che non si può più negare. In Israele lo hanno rilevato e lo hanno pubblicato sulla rivista Nature: nei giovani, dopo il vaccino, c’è un aumento del 25% di miocarditi e di morti cardiache improvvise.

(Massimo Balsamo)

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