L’uomo che inventò sè stesso, docufilm Gabriele D’Annunzio, commento live
La vita del personaggio di D’Annunzio è proseguita tra donne, rivoluzioni e ecletticità del poeta e istinti nazionalisti durante il primo conflitto mondiale fino ad arrivare all’occupazione di Fiume in cui il poeta con i suoi soldati occupano la città per poi abbandonarla ottenendo l’annullamento di tutte le punizioni per le truppe, che non ebbero alcuna ripercussione per quanto accaduto e alcuni di loro ricevettero anche qualche premio. (Aggiornamento Adriana Lavecchia)
La creazione di D’Annunzio come personaggio
Questa sera su Rai 3 andrà in onda un docufilm dedicato al poeta italiano Gabriele D’Annunzio un’artista eclettico che ha segnato un capitolo molto importante della letteratura italiana. Gabriele D’annunzio, secondo Giordano Bruno Guerrieri, è stato il prototipo del divo e il prototipo di una cultura in grado di esaltare sè stessa.
Il giornalista nel corso del film ha cercato di spiegare come sia nata la costruzione del suo personaggio grazie ai suoi studi che lo portarono subito lontano dalla sua città d’origine, Pescara.
Già durante gli studi Gabriele D’Annunzio ebbe modo di farsi conoscere per la sua personalità ribelle con un’ attitudine da leader che ben presto lo portarono ad immedesimarsi con tutti gli italiani fino ad un’episodio a seguito del ritorno da una vacanza, quando D’Annunzio scrive delle “lettere appassionate” a Giosuè Carducci e scrive la sua prima raccolta di poesie “Primo Vere”. I primi anni romani di D’Annunzio, oltre al lusso e al prestigio il poeta fa il suo primo incontro con il bello, una qualità per lui fondamentale.
Un Docufilm per D’Annunzio
D’Annunzio: l’uomo che inventò sé stesso andrà in onda oggi, mercoledì 22 giugno, su Rai 3 a partire dalle ore 21.20. Il documentario è prodotto da Ince Media e Filippo Cellini, in collaborazione con Rai Documentari e Luce Cinecittà. É diretto da Francesca Pirani e Stefano Viali. Nel racconto sono ragazzi dei giorni nostri a porre di fronte a questa figura paragoni con personaggi importanti come Sandro Pertini, Silvio Berlusconi e addirittura Greta Thunberg. Ne escono delle riflessioni decisamente interessanti su quello che l’ufficio stampa della Rai definisce come prototipo del divo e progenitore della cultura di massa basata di fatto sull’esaltazione del sé. Gabriele D’Annunzio, un uomo che ha vissuto nell’esaltazione anche di storie d’amore molto particolari e non sempre coerenti tra loro. All’epoca fu accusato di numerosi scandali con tanti che lo considerarono un perverso e gli attribuirono qualsiasi cosa anche in maniera del tutto superficiale. In realtà fu in grado di anticipare i tempi costruendo quello che oggi viene definito consumismo con i suoi atteggiamenti.
D’Annunzio: l’uomo che inventò sé stesso, la trama del docufilm su Gabriele D’Annunzio
D’Annunzio: l’uomo che inventò sé stesso propone agli spettatori una rilettura del poeta, evidenziando il legame tra la società attuale e un personaggio così discusso del secolo scorso. Gabriele D’Annunzio viene dipinto come il primo influencer della storia e tra fiction, materiale d’archivio raro ed inedito, grazie alla narrazione di Giordano Bruno Guerri, giornalista e Presidente del Vittoriale degli Italiani, il documentario ripercorre la vita dell’artista. Si passerà poi alle accuse di adesione al fascismo che permane anche ai giorni nostri ma che in realtà non è stata confermata dai fatti. L’Impresa di Fiume viene vista come punto di contatto con Benito Mussolini che ne riprese dei riti e dei miti, ma non approfondì la Carta del Carnaro che fu una delle costituzioni maggiormente avanti coi tempi del Novecento. Vedremo dunque approfondire una figura complessa che appare davvero riduttivo considerare semplicemente come quella di un letterato.
Chi sono i registi di “D’Annunzio: l’uomo che inventò sé stesso”?
D’Annunzio: l’uomo che inventò sé stesso porta la firma di due registi. La prima è Francesca Pirani, che ha iniziato facendo l’aiuto-regista di Marco Bellocchio, scrivendo con lui la sceneggiatura de La visione del sabba. Successivamente si è messa dietro la macchina da presa per dirigere film come L’Appartamento e Una bellezza che non lascia scampo. Negli ultimi anni si è dedicata alla regia di documentari tra cui Napoli! Napoli! Napoli!, in occasione del bicentenario della provincia di Napoli. Il secondo regista del documentario è Stefano Viali, che è anche attore. Lavora tra teatro, tv e cinema, ed è apparso in numerosi progetti sullo schermo, tra i quali Distretto di Polizia e La dottoressa Giò – Il ritorno. Ha ricevuto due menzioni speciali ai Nastri d’Argento per il corto Lotta Libera. (Aggiornato da: Verdiana Paolucci)