Diretta documentario su Dante Alighieri e la Divina Commedia, “Dante, il sogno di un’Italia libera”: commento live
Nel frattempo nel 1310 in Italia scende l’imperatore Enrico VII per riportarla sotto il dominio del Sacro Romano Impero. Nella Penisola resta circa due anni: muore infatti nel 1313. Inizialmente Dante pensa di avere una missione: consigliare l’imperatore. Il Sommo Poeta crede che sia giusto che questo attacchi Firenze, per riconquistarla. Dopo la morte dell’imperatore, però, muoiono anche Filippo Il Bello e Clemente V. Dante capisce dunque di non poter far nulla per liberare Firenze e accetta la sua sconfitta, ritirandosi negli ultimi anni a Ravenna. Qui muore a 56 anni, senza riuscire a realizzare il suo sogno di riabbracciare la sua amata Firenze.
Dante, il sogno di un’Italia libera: il Papato ad Avignone
Dopo la caduta di Bonifacio VIII i Guelfi Bianchi, in esilio a Firenze, vogliono riprendersi Firenze. Dante non si riconosce nella volontà dei Guelfi: questi, infatti, erano intenzionati ad imbracciare le armi per riprendere la città. Il Sommo Poeta, così, sceglie di non partecipare alla cosiddetta “Battaglia di Lastra”. Per il Poeta è solamente una prova del fatto che avesse fatto bene ad allontanarsi dal gruppo politico al quale apparteneva fino a poco tempo prima. Senza più un partito nel quale riconoscersi, Dante vaga in giro per l’Italia, appoggiandosi di volta in volta ai vari signori. Nel frattempo Filippo IV ottiene l’elezione di Clemente V come Papa e trasferisce la sede del papato di Francia ad Avignone. Il nuovo Papa obbedisce – spaventato da un’eventuale divisione della Chiesa – e opprime anche l’ordine religioso-militare dei templari. Qui, in Francia, i Papi restano per oltre settant’anni.
Dante, il sogno di un’Italia libera: lo schiaffo di Anagni
Cominciano a sorgere i primi dissidi tra Bonifacio VIII e il Regno di Francia dopo la promulgazione nel 1302 una bolla, la Unam Sanctam (“Una Santa”), nella quale il Papa riaffermava la superiorità della Chiesa e del suo pastore su ogni altro potere. Filippo il Bello non accetta sottomissioni: vengono così emessi 28 capi di accusa nei confronti del Papa e viene ordinato di catturarlo. Filippo, fratello di Carlo e Re di Francia, non tollera infatti nessuna contraddizione e non vuole sentire ragioni: il Papa deve sottostare al potere temporale e deve sottomettersi alla Francia stessa. Il 7 settembre 1303 il Papa, che si trova in quel momento ad Anagni, viene assalito da mercenari a Palazzo Caetani: Filippo manda un suo inviato, Guglielmo di Nogaret, che con l’aiuto della famiglia degli Sciarra Colonna si introduce nel Palazzo. Bonifacio, protagonista del cosiddetto ‘Schiaffo di Anagni’, riesce ad evitare il processo ma muore dopo pochi giorni.
Dante, il sogno di un’Italia libera: il Sommo Poeta esiliato da Firenze
Il piano di Bonifacio VIII riesce a pieno. I fiorentini accolgono i francesi con Carlo di Valois, che entra in città da paciere. La prima cosa che fa è impegnarsi a stabilire la pace tra le fazioni che stanno lottando. Stabilisce però subito che i Guelfi Neri possano rientrare: tra questi anche Corso Donati. Qualche mese dopo, poi, cominciano i processi a vari esponenti della politica cittadina, tra cui Dante. Il Sommo Poeta viene condannato a 5mila fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici ed esilio perpetuo. Corso Donati resta ai vertici del potere fiorentino per alcuni anni ma questo gli provoca odi e rancori. Scappa così da Firenze e proprio durante una fuga cade da cavallo e muore terribilmente. L’esilio e l’allontanamento da Firenze di Dante condizionano tutta la sua vita, compresa anche l’attività letteraria.
Dante, il sogno di un’Italia libera: Carlo di Valois incontra Corso Donati
“Firenze rischiava di trasformarsi in un patibolo per me, non potevo rischiare di farmi trovare lì”. Dante lascia Roma dopo il rifiuto di Bonifacio VIII di vederlo e si ritrova in una vera e propria “Selva Oscura”: non sa infatti quale sarà il proprio passo. A Firenze c’è un vero e proprio conflitto tra Guelfi Bianchi, come Dante, e Neri, che invece vogliono un’alleanza con il Papato. Il Papa è sostenuto anche dai banchieri, che Dante detesta. Carlo di Valois, scelto dal Papa per far riconciliare i Guelfi Bianchi e Neri e per conquistare Firenze, si appresta a scendere in Italia. Carlo di Valois, intanto, incontra il cavaliere Corso Donati, il più potente esponenti dei Guelfi Neri, esiliato da Firenze e nonostante questo scelto da Bonifacio VIII. Carlo si appresta ad entrare a Firenze come paciere tra le due fazioni di Guelfi.
Dante, il sogno di un’Italia libera: il Sommo Poeta dal Papa
Il primo evento che “Dante, il sogno di un’Italia libera” ripercorre, è la spedizione dal Papa nel 1301. Un anno prima, nel 1300, era stato eletto come uno dei sette priori. Inviato dal pontefice in qualità di paciere e ambasciatore, chiede a Papa Bonifacio VIII di vederlo: quest’ultimo temporeggia. Ha intenzione di ammettere la Toscana allo Stato Pontificio perché vuole avere il controllo su Firenze. “Teniamo le armate e le armi fuori dalla nostra amata città, fermiamo tutto prima che sia troppo tardi”: sono queste le parole che Dante avrebbe dovuto dire al Papa. L’intenzione di Bonifacio VIII, però, è tutt’altra: invadere la città con i soldati francesi guidati dal Conte di Valois, fratello del Re di Francia. “Il Governo di Firenze è debole. Carlo farà da paciere alle loro discordie e quando si accorgeranno di aver aperto le porte ai loro nemici, sarà troppo tardi” dice il Papa. Dante, sconsolato, va via: il Papa non vuole riceverlo.
Dante, il sogno di un’Italia libera: via al docu-drama
Una prima serata dedicata a Dante. Questa sera, lunedì 27 dicembre, in occasione del 700° anniversario della morte del Poeta che per primo ha fatto grande la letteratura italiana, Rai 2 ospita il documentario “Dante, il sogno di un’Italia libera”. Il documentario si apre con alcune immagini che rappresentano lo stesso Sommo Poeta nella sua vita: nella Selva Oscura, luogo immaginario da lui ideato nel suo capolavoro, con penna e calamaio seduto ad una scrivania… Dante racconta in prima persona: “Sono stato un diplomatico, un cavaliere, un poeta. Sono nato quando il Sacro Romano Impero era ormai in declino. Il Papa aveva messo gli occhi anche su Firenze…”. Mentre l’attore che impersona il Poeta spiega il contesto, raccontando ciò che avvenne in quegli anni, alcuni storici ripercorrono quei momenti.
Dante, il sogno di un’Italia libera, il docu-drama su Rai 2
Questa sera, lunedì 27 dicembre, in occasione del 700° anniversario della morte del Sommo Poeta Dante Alighieri, alle 21.20 su Rai 2 va in onda il docu-drama “Dante, il sogno di un’Italia libera”, una produzione GA&A Productions con RAI Documentari. La “Comedia” di Dante – ribattezzata Divina quasi un secolo dopo da Boccaccio – è una testimonianza straordinaria di un periodo tumultuoso del Medioevo che va dal 1300 al 1320, delle vite e delle azioni dei suoi protagonisti. “Fare un tuffo nel 1300 guidato dalla mano di Dante mi ha permesso di capire l’enorme lucidità e fine intuizione politica che aveva il poeta, ed è stata una grande sfida portare sullo schermo questa visione, insieme al suo immaginario sempre attuale nella descrizione delle passioni umane”, ha detto il regista Jesus Garcés Lambert a Puntodincontro. Il docu-drama è un viaggio nelle stanze dei personaggi più potenti dell’epoca: Papi, Re e Imperatori.
I protagonisti del documentario su Dante
Nel docu-drama “Dante, il sogno di un’Italia libera” interviste e finzione si intrecciano in una narrazione scandita dai momenti e i personaggi più importanti del Medioevo attraverso il racconto che Dante ha fatto nella sua Commedia. Per interpretare e decodificare i versi del grande Poeta, interverranno alcuni tra i più attenti studiosi danteschi del mondo. Tra i protagonisti di questo straordinario documentario, l’attore Bernardo Casertano nei panni di Dante. Gipeto Marco Brancato interpreta Bonifacio VIII, Giovanni Moschella nel ruolo del Cardinale Boccassio, Francesco Petruzzelli è Filippo il Bello, Daniel De Rossi è Carlo di Valois, Camillo Marcello Ciorciaro impersona Guglielmo di Nogaret, Alessandro Tirocchi è Corso Donati, mentre Mariagrazia Toccaceli interpreta Beatrice, la donna amata dal Sommo Poeta. Le musiche originale sono di John Sposito.