Blossom Books è una casa editrice olandese che ha pensato di fornire una nuova versione dell’Inferno di Dante, con un linguaggio più comprensibile ai giovanissimi. L’idea si è scontrata da subito con un dato culturale certamente non secondario: il 5% della popolazione delle antiche Province Unite è oggi musulmana e l’idea di vedere un Maometto spedito all’inferno certamente avrebbe potuto generare un contraccolpo negativo, offensivo, per molti di loro, anche alla luce delle punizioni corporali cui il Poeta destina il Profeta, oltrepassando uno dei veri e propri tabù della fede islamica, quello dell’integrità del corpo dopo la morte.
Per questo l’idea, seppur radicale, è apparsa presto di buon senso a Lies Lavrijsen: omettere il nome di Maometto dal testo, promuovere una versione dell’opera più conciliante e più politically correct. Il punto è che soluzioni di questo tipo alimentano in realtà effetti collaterali di non poco conto, effetti di cui appare saggio offrire qualche cenno per la riflessione pubblica e di ciascuno.
Anzitutto il gesto pensato dalla traduttrice olandese nasconde un’idea pericolosa di verità: l’opera poetica, lasciata al lettore per quello che è, è un’opera inquietante, un’opera che può suscitare odio e desiderio di rivalsa. Il paradosso è che sono questi atteggiamenti che certe pagine di Dante sembrano voler incentivare, che lo stesso Poeta intende promuovere: nessun autore scrive per rimanere neutro, ma tutto – nella letteratura medioevale – è scritto per suscitare domande, dibattiti, supposizioni. Eliminare questo aspetto dell’opera, in nome del rispetto, significa eliminare l’intenzione artistica che la sottende.
In secondo luogo la trovata olandese manifesta una forte sfiducia verso il lettore, come se egli non fosse capace di leggere un testo in modo critico, come se occorresse proteggerlo. Quest’attitudine dell’adulto contemporaneo a voler proteggere chi ama, schermandolo dalle difficoltà e dai rischi, sta letteralmente formando una generazione orfana, priva di quel contrasto duro con l’esistenza che allena la ragione e la rende capace di giudizio nelle più disparate occasioni della vita. La sfiducia nei confronti della ragione è uno dei cardini del pensiero debole, elemento che deresponsabilizza il lettore, arrogando a colui che pubblica il dovere di comportarsi in modo etico nei confronti di chi legge, manifestando un fastidioso senso di superiorità intellettuale da parte dell’intellighenzia di ciascun paese che impensierisce circa la qualità della nostra democrazia.
Infine è giusto prendere in considerazione che idee come come quelle della Blossom Books nascano dalla paura, dal timore delle conseguenze, portando alla luce un senso di colpa che – nei fatti – si risolve in una subalternità intellettuale rispetto ai popoli e alle civiltà con cui oggi l’occidente si pone in maniera interlocutoria: siccome siamo stati capaci di elaborare un pensiero così radicale, abbiamo solo da abdicare per poterci far perdonare, rinunciando ad un “pezzo” della nostra storia in nome di una pace che – a queste condizioni – si rivela tutta costruita sull’ipocrisia.
Certamente che, se l’intenzione di un autore fa paura, se il lettore va protetto e se noi occidentali siamo solo dei mostri senza possibilità di redenzione, l’unica via d’uscita dignitosa per la nostra storia pare essere l’estinzione, il suicidio, l’assoluto rinnego di quello che siamo e di quello che ci ha resi ciò che oggi vogliamo solo cancellare.
Si sente sempre più il bisogno di una forte spinta culturale ad amare l’occidente, ad amare quello che siamo stati capaci di costruire e di introdurre nella storia. Un uomo che diventasse adulto odiando una porzione della propria storia è un uomo destinato all’insicurezza, all’inconsistenza, a viver come bruto, senza essere capace di “seguir virtute e canoscenza”. Dante non si merita di essere passato al setaccio da un terribile censore olandese, ma si merita di essere letto, capito, incontrato, compreso. Mostrando a chiunque legge quella forza ideale che anima la poetica dantesca e che ha come sogno – e desiderio – di abbracciare il mondo intero.
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