Si può produrre e realizzare uno spettacolo di balletti al tempo del distanziamento sociale? Su un palcoscenico di 1500 metri quadrati? E’ una sfida difficile. Il Teatro dell’Opera di Roma la ha raccolta ed i risultati sono apprezzabili

 Dopo Rigoletto e Il barbiere di Siviglia, il cartellone della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma al Circo Massimo è continuato con la prima assoluta di un nuovo balletto, Le quattro stagioni firmato da Giuliano Peparini su musica di Antonio Vivaldiintegrata con musica di Domenico Scarlatti e con Les Feuilles Mortes di Jacques Prevert con la voce di Yves Montant



Peparini, alla sua terza creazione per la compagnia capitolina, racconta le naturali “stagioni” della coppia: dai primi sguardi che si incrociano con pudore (la Primavera), ai fuochi della passione (l’Estate) e al loro progressivo spegnimento (l’Autunno), fino ad arrivare al gelo dei rapporti (l’Inverno). Intorno alle coppie principali, c’è il Corpo di Ballo che danza rispettando le norme di sicurezza obbligatorie. La voce recitante di Alessandro Preziosi fa da intermezzo e  da narratore tra una stagione e l’altra.



Le celebri Quattro stagioni di Vivaldi, su base registrata, sono eseguite dall’Orchestra del Teatro dell’Opera con Vincenzo Bolognese, violino solista. Tra i brani musicali registrati anche la Sonata in fa minore K. 466 di Domenico Scarlatti, eseguita al pianoforte da Antonio Maria Pergolizzi. Completano la creazione, scene e costumi improntati ad un’essenziale linearità, rispettivamente firmati da Andrea Miglio e Anna Biagiotti. Fondamentale l’apporto delle luci di Marco Vignanelli e dei video di Edmondo Angelelli e Giuliano Peparini. 

Rebecca Bianchi e Claudio Cocino (Primavera), Marianna Suriano e Giacomo Castellana (Estate), Susanna Salvi e Michele Satriano (Autunno), Sara Loro e Alessio Rezza (Inverno) sono le coppie che intrecciano i loro sentimenti nelle quattro stagioni; solo in due brevi momenti, due coppie si sfiorano; altrimenti mostrano i loro sentimenti (anche apertamente erotici senza toccarsi. 



 I vincoli della sicurezza sono diventati opportunità per trovare nuove soluzioni. Il palcoscenico del Costanzi si è trasformato in sala ballo, a disposizione delle classi di un numero massimo di dieci persone distanziate, a lezione sotto l’occhio attento della Direttrice. “Dei cinque anni di lavoro qui – afferma Eleonora Abbagnato, che guida il corpo di ballo del Teatro dell’Opera e, quindi, la stagione di balletto della fondazione – questo è stato forse il momento più importante per me, avere il corpo di ballo in forma e ripartire con una nuova creazione che certamente rimarrà nella storia. È un grande segnale e un onore per tutti noi”.

La sfida è riuscita e lo spettacolo è, senza dubbio, accattivante ed alla prima del 25 luglio ha raccolto i favori del pubblico.

Di grande impatto l’insieme coreografico (nell’Autunno sono in scena circa sessanta coreuti) nell’enorme palcoscenico. Molto belli i video, scenografia mobile dello spettacolo. Avrei fatto a meno della voce recitante dato che musica e danza sono sufficientemente eloquenti.