Dardust confessa “convivo da sempre con una doppia anima…”

Dardust ospite dell’evento La notte della Taranta che torna in Puglia dopo due anni di pandemia. Il produttore ha contribuito al successo di tantissimi colleghi visto che ha firmato brani come “Nuova era” di Jovanotti, “Andromeda” di Elodie, “Soldi” di Mahmood fino a “Voce” di Madame. Che dire un successo dietro l’altro per l’artista che come solista ha pubblicato una serie di brani dal sapore internazionale in cui sperimenta e mixa generi di ogni tipo. Intervistato da Vanity Fair, il produttore parlando del suono del futuro ha detto: “è fluido, coraggioso, che non vuole appartenere a generi o categorie: oggi, invece, le cose funzionano se sono facili da etichettare”.



Dardust parlando poi della sua musica ha detto: “convivo da sempre con una doppia anima: il minimalismo del pianoforte e l’elettronica stracolma di contaminazioni. Mi dico: “Perché ancorare la creatività a degli schemi? Voglio essere libero!”. Così sono nati anche i miei due nuovi singoli per A1/Sony Masterworks: Parellel 43, ovvero il parallelo di Ascoli Piceno, la mia città natale tra restrizioni e barriere da infrangere, per ripartire da dove sono arrivato, e Dono per un addio, dedicato a mio padre, che è scomparso un anno fa. Mi sono messo al lavoro sul disco subito dopo la sua morte. Uscirà in autunno, preceduto da coppie di singoli”.



Dardust: “Il metaverso? Un mezzo a nostra disposizione”

La formazione musicale di Dario Faini, in arte Dardust, è davvero internazionale. Da Berlino a Edimburgo fino a Reykjavík, il cantautore non nasconde di aver sempre sperimentato nei suoi dischi. Ma non è ancora finito, visto che per il futuro vuole spingersi fino in Giappone: “ho studiato il pensiero nipponico e ho scoperto due concetti che mi hanno aiutato moltissimo. Il primo, kintsugi, è l’arte di esaltare le ferite: all’origine c’è l’usanza di riempire con dell’oro le crepe delle porcellane, che vengono così saldate, creando nuova bellezza. È ciò che ho fatto io: invece di nascondere le mie cicatrici, le ho riempite con l’oro della musica. Il secondo concetto si chiama nintai: andare avanti, perseverare con pazienza nonostante una spada conficcata nel cuore; mi piace parecchio, perché dopo tanti traguardi raggiunti come produttore, attendo i frutti di un progetto mio, coraggioso e complesso”.



Non solo, il produttore parlando del futuro della musica si è soffermato anche sul metatarso: “potrebbe diventare un mezzo a nostra disposizione per entrare ancora di più in contatto con chi ci segue”. Infine sulla musica di oggi: “gode di ottima forma. Lo streaming e l’accesso agli strumenti per scrivere e produrre hanno portato a una democratizzazione del talento: chiunque riesce a emergere senza seguire per forza il solito percorso talent scout casa discografica distribuzione promozione; hanno poi permesso di abbattere le frontiere e infatti nel 2021 l’Italia ha brillato all’estero”.