Un ‘mostro sacro’ del cinema horror è stato oggi ospite di Caterina Balivo a La Volta Buona: stiamo parlando ovviamente di Dario Argento, accompagnato da sua figlia Fiore Argento. Quest’ultima per una breve parentesi, da giovanissima, ha collaborato sul set con suo padre prima di scegliere una carriera differente nel mondo della moda. Dopo aver osservato una clip del film d’esordio insieme – “Fenomene” – il regista, a proposito del sottofondo musicale, ha rivelato un particolare retroscena.
“La musica del film è stata composta dai Rolling Stones, è stato stupendo e ci siamo divertiti tantissimo a Londra. Poi è successo che ho litigato con Bill Wyman; nella sua autobiografia mi ha dato del mascalzone, forse perché non li ho presi per altri film”. Questo il particolare retroscena proposto da Dario Argento a proposito dei Rolling Stones, autori di un sottofondo musicale da brividi per il film “Fenomene” in cui recitava una giovanissima Fiore Argento, per l’appunto sua figlia.
Dario Argento e il ruolo di padre lontano dal set: “Mai sentito il peso di dover crescere Asia e Fiore…”
Dario Argento ha poi raccontato a Caterina Balivo del suo ruolo di padre sempre presente e soprattutto apprensivo quando le sue figlie, Fiore e Asia, erano nel pieno dell’adolescenza. “Se ho mai sentito il peso di crescere queste due ragazze? No, una per braccio… Tutti abbiamo qualcosa da rimproverarci, pure i più bravi e sani. Forse i momenti più difficili sono stati quelli dell’adolescenza, quando volevano correre, andare, liberarsi; a me creavano ansia al pensiero che stessero in giro magari fino alle 2 di notte, anche se comunque sono stato sempre una persona molto libera”.
Dario Argento è poi tornato a raccontarsi dal punto di vista professionale, dicendosi onorato e gratificato del successo e della stima ottenute all’estero, a dispetto forse di quanto gli venga riconosciuto in Italia. “Se mi sento finalmente amato? Sì, soprattutto all’estero c’è una grande passione per i miei film. Mi hanno mandato di recente un’autobiografia che è stata stampata in Giappone, con tante fotografie relative alla mia carriera, bellissimo. Questo per dire che anche lì sono particolarmente amato, così come in America”. Il regista ha poi aggiunto: “Se mi sento più apprezzato all’estero che in Italia? E’ così, in America c’è uno stuolo di registi che si ispirano ai miei film e mi definiscono loro maestro…”.