Dario Ballantini a Verissimo racconta l’evoluzione che oggi lo ha portato ad essere uno dei volti più noti nel mondo dell’imitazione e del trasformismo. Da anni protagonista dei servizi di Striscia La Notiza, Ballantini ammette che la possibilità più importante è nata dopo una grande delusione: “La delusione più grande? È quella che mi ha portato a conoscere Antonio Ricci. Io ero ad un provino per un programma di Pippo Baudo assieme ad un’imitatrice e fu scelta quest’ultima. Io tornai a casa sconsolato, poi partecipai ad un concorso e in giuria c’era Antonio Ricci, e lo vinsi!” Conclude ricordando l’appuntamento con i due spettacoli che lo vedono protagonista in questi mesi, uno dei quali lo vedrà vestire i panni di Lucio Dalla. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Dario Ballantini a Verissimo

Dario Ballantini omaggia Lucio Dalla. Lo fa nel suo nuovo spettacolo teatrale Da Balla a Dalla, con cui ha debuttato lunedì 28 ottobre al Teatro Manzoni di Milano e che presenterà oggi ai microfoni di Verissimo. Non solo un’imitazione: “È una storia”, spiega il comico di Striscia, “che nasce dal mio incontro come fan di Lucio Dalla fin dalle scuole medie, non solo delle sue canzoni ma proprio della sua figura che più volte ho ritratto sui miei diari di ragazzo. Lucio l’ho incontrato personalmente, la prima volta quando ero solo un trasformista ignoto, e la seconda molti anni dopo, quando, girando nei panni di Valentino, ebbi occasione di farmi conoscere meglio. Quando finalmente diventammo amici, il mio idolo poté apprezzare e addirittura sostenere anche la mia arte pittorica fino all’apoteosi finale, dove mi regalò la sua presenza alla mostra più importante della mia vita, cioè quella che alla Triennale di Milano celebrava le mie nozze d’argento con la tv e la pittura”. Non c’è stato bisogno di fare molte prove: “Più che preparato, lo spettacolo nasce dal fatto che io per anni sono stato un suo imitatore. Essendo una delle mie trasformazioni più sentite, non mi devo preparare, perché Lucio è già dentro di me. Si tratta ogni volta di un atto d’amore e di passione che io ho verso la sua produzione musicale”.



Dario Ballantini: “Il no di Baudo un’opportunità”

Dario Ballantini si è approcciato a questo lavoro da fan. Ma non solo: come racconta in un’intervista al Giornale, il suo intento era anche quello di fare divulgazione (un po’ com’è successo l’anno scorso con Petrolini): “Molti non sanno forse che la sua prima produzione era solamente musicale e Lucio doveva fare un grande sforzo nel trasformare i testi di Roversi che non erano propriamente adatti a delle canzoni. Poiché si tratta di canzoni geniali che si ascoltano meno spesso dei suoi ultimi e clamorosi successi, ho pensato di riproporle. Nel caso di Petrolini vorrei renderne viva la memoria sua e della sua comicità, una comicità artigianale forse ma creata da egli stesso, attraverso la quale l’artista, negli anni 20, aveva già sondato tutti i generi che oggi possiamo ritrovare al cinema e a teatro. Io, Dalla e Petrolini, soprattutto, abbiamo in comune il fatto di essere degli autodidatti“. A parte quest’ultima esperienza sul palco, la carriera di Ballantini non è stata tutta in discesa: “Prima di conoscere Antonio Ricci ero stato scelto da Pippo Baudo per la trasmissione Rai Gran Premio, che selezionava nuovi talenti. Purtroppo non passai e tornai a casa sconsolato senza avere questa opportunità. Mi rivolsi quindi alla rete concorrente, che proponeva una programma analogo dal titolo Gran Prix, dove tra i giurati spiccava proprio Ricci il quale, per fortuna, mi scelse. Come andò a finire si sa perciò il momento off si è rivelato un momento in”.

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