DARIO HUBNER PARLA DEL VAR

Dario Hubner è stato senza ombra di dubbio uno degli attaccanti di provincia più amati nel mondo del calcio italiano. Alle big non è mai arrivato, salvo una tournée con il Milan che non sfociò in un futuro rossonero; era però un attaccante per il quale al Fantacalcio le offerte levitavano. Basta guardare i numeri: 74 gol in cinque stagioni di Serie B a Cesena lo hanno fatto arrivare in Serie A decisamente tardi (30 anni) ma il finale è stato straordinario. A Brescia 33 reti inframmezzate da 42 in cadetteria; a Piacenza 38 con tanto di titolo di capocannoniere insieme a un certo David Trezeguet, poi ancora Ancona e Perugia ma senza brillare.



Totale: 143 partite in Serie A, 74 gol. La nazionale? Manco a parlarne: all’epoca ti confrontavi con Filippo Inzaghi, Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Vincenzo Montella. Quasi impossibile; Hubner ha continuato a segnare in Serie D e soprattutto Eccellenza (con l’Orsa Corte Franca, a 40 anni e passa, ha messo 58 gol in 64 partite), poi ha detto basta. Quasi inevitabile che oggi venga interpellato in materia di Var: la tecnologia di nuovo al centro delle discussioni (si veda il gol di Christian Pulisic a Marassi), e allora Il Fatto Quotidiano si è rivolto al Bisonte per avere un parere.



IL PARERE DI HUBNER SUL VAR

La risposta di Hubner? “Oggi con il Var segnerei molto di più, basti pensare a tutti i gol annullati o i rigori non fischiati”. Già, Hubner la prende da questa angolazione, ricordando che all’epoca le squadre minori (e cita quelle in cui ha giocato lui, soprattutto ricordando sei mesi a Perugia) venivano prese molto più di mira. Già, ma il Var serve o meno? “Sono favorevolissimo” dice senza esitazioni Hubner, “è uno strumento di democrazia che riduce al minimo gli errori, è uguale per tutti”. E quando gli viene fatto notare che a dire il vero le decisioni apparentemente sbagliate sono all’ordine del giorno “sposta” il problema, indicando nella “manifesta incapacità” la radice della discussione, perché “se sbagli pur avendo a disposizione 20 telecamere sei scarso”.



Hubner e il fuorigioco: il giornalista incalza, sostiene sia tema complesso. Per lui no: essere in fuorigioco di un millimetro è uguale a esserlo di metri, e per di più oggi con il Var diventa questione oggettiva. Insomma, per Dario Hubner la tecnologia aiuta il calcio, anche se non sempre è così; magari farà sì che un attaccante esulti due volte dopo un gol ma, a proposito di questo, il Bisonte reputa che comunque l’esultanza sia un gesto naturale, e non venga cancellata o smorzata dal dover attendere la decisione del Var. “Al massimo, se qualcuno si frena vuol dire che è consapevole di essere al limite del regolamento”.