Dario Vergassola, attore comico, è intervenuto ai microfoni del “Corriere della Sera”, raccontando la sua carriera e i suoi inizi, che furono in un altro settore. Infatti, in principio, Vergassola prestò servizio presso l’arsenale militare di La Spezia e vi rimase per 16 anni: “Per chi è di qua è l’equivalente di un Ministero a Roma – ha sottolineato –. Ero intontito dallo stipendio fisso, molto basso, anestetizzato rispetto a quello che mi piaceva sul serio. Pensavo alle bollette, alla spesa, non alla creatività”.



Oggi, invece, Dario Vergassola si autodefinisce “un c*zzaro miracolato, con patologia a parlare continuamente. Ho un cervello che va a 30mila, inutilmente. Un giorno mia mamma disse: ‘In televisione c’è pieno di scemi, prova anche tu'”. Mai consiglio fu più corretto: Vergassola in tv ha lavorato in tantissimi programmi, Rai e Mediaset e la sua spalla ideale è “Serena Dandini, è una istituzione della televisione. Se una sua scelta ti sembra sbagliata, dopo poco scopri che ha ragione. Ha lavorato con dei geni, non capisco cosa ci facessi io”.



DARIO VERGASSOLA: “SONO IPOCONDRIACO, BASTA UN PICCOLO DOLORE E…”

Con la sua Paola, Dario Vergassola è sposato da quasi 39 anni, a cui occorre sommarne altri sette di fidanzamento: “È stato uno di quegli amori da ragazzini, che aspetti finché non cresci – ha riferito il comico al ‘CorSera’ –. Roba che quando passava il treno, immaginavo ci fosse lei sopra. Siamo stati fortunati. Ed è caduta in trappola: si occupa di tutto, è la commercialista di casa”. E sopporta l’ipocondria del marito, che candidamente ammette: “Sono un po’ psicolabile. Alterno attacchi di panico ad attacchi d’ansia. E mi basta un piccolo dolore per pensare di avere diecimila malattie. Mi è successo da poco mentre facevo la doccia: non ero sicuro se una cosa l’avevo sognata o vissuta. Quando succede, lei mi dice: ‘Forza, vestiti che andiamo a fare la spesa’. Se sono solo è più complicato, ci vuole qualche goccetta”.



Un ricordo di Enzo Jannacci è proprio collegato all’ipocondria di Dario Vergassola: “Mi fece sdraiare per un’ora e con un apparecchio misurò una serie di indicatori per eventuali malattie tipo neurodegenerative. Fu serissimo. Peccato che tre giorni dopo in una farmacia vidi esposto lo stesso apparecchio, che era un elettrostimolatore con tutt’altra funzione: mi aveva preso per i fondelli”.