In questi giorni circola la notizia che Giuseppe Sala, sindaco di Milano, starebbe pensando al cosiddetto Daspo urbano per i rom e per gli abusivi. Ovvero il “divieto di accedere” in determinate zone. L’idea è di applicare le stesse regole che si usano per le partite di calcio al fine di impedire la presenza dei violenti negli stadi. Buona cosa in astratto, non semplice da applicare.



In primis, il Daspo è sulle persone e non su specifici luoghi. In secondo luogo, le donne che usano bambini per rubare nelle borse non sono individuabili prima che si presentino in un luogo. Comunque in qualche modo si può fare.

La vera questione è far applicare il divieto. Potrebbe risolvere il problema di intervenire prima dell’arresto, cioè prima della prova di furto. Si dovrebbe poi avere una continuità dell’intervento, perché già ora, malgrado gli arresti, quando vengono rilasciati i minori e le donne incinte, accade che tornino subito alla stessa attività illegale.



Ma forse sto ponendo problemi che non interessano alla politica milanese, perché l’idea di Sala riguarda l’opinione dei milanesi favorevoli alle idee leghiste. Sala vuole competere sul consenso degli elettori milanesi: sta pensando alle elezioni del 2021. Poi se le cose serviranno o no non importa mai, come abbiamo visto in tutti gli atti di governo negli ultimi tempi.

A me questa competizione di opinione non interessa, io da politico cerco il bene comune e non il consenso partigiano. Certamente il problema dei borseggi in centro e in metropolitana è da affrontare e risolvere, così come bisogna svolgere controlli e rieducazione nella vita attiva delle comunità rom.



Si potrebbe partire dalle condizioni economiche di vita: le persone che non possono dimostrare di avere un reddito anche minimo devono essere ritenute bisognose di cura, e dunque si dovrebbe pensare all’obbligo di frequentazione di centri diurni nei quali si avvia alle attività più semplici e utili.

L’idea del Daspo per il centro di Milano è limitata, la metropolitana attraversa la città. Credo invece che occorre far intervenire la vigilanza urbana con regole severe di controllo sulle attività anti-sociali.

Comunque è bene che si parli di queste cose, senza paura di essere razzisti o non caritatevoli: il bene comune è prioritario.