Recentemente in Francia, racconta il quotidiano Le Figaro, è stata introdotta l’idea di creare un database interministeriale per monitorare i bambini scappati dalla jihad siriana. Pochi giorni fa, infatti, sono rientrati dalla zona della Siria e dell’Iraq poco più di 200 bambini, facendo sollevare alcune questioni in merito alla loro possibile radicalizzazione, che potrebbe portarli ad essere una sorta di “arma” per compiere attentati in Europa.
Il decreto per la creazione del database sui bambini scappati dalla jihad risale, concretamente, al 7 aprile, ma la questione dei 200 rientri ha riportato in auge la questione. Si tratta, cita il testo Le Figaro, “di un sistema automatizzato di trattamento dei dati personali relativi all’accoglienza dei minori che rientrano dalle zone di operazioni dei gruppi terroristici“. Lo scopo di tutto questo è riportato nello stesso decreto sul database dei bambini scappati dalla jihad, ed è “consentire un migliore coordinamento dei servizi responsabili dell’assistenza amministrativa, giudiziaria, medica e socio-educativa dei minori, al fine di garantire la loro protezione e prevenire il loro coinvolgimento in un processo di delinquenza o radicalizzazione“.
La duplice utilità del database di bambini scappati dalla jihad
Insomma, sembra che l’idea di un database di bambini scappati dalla jihad e rientrati in Francia da zone come la Siria e l’Iraq, abbia una duplice utilità. Oltre al monitoraggio e all’assistenza dei figli di persone indicate nella lista dei possibili terroristi, e che arrivano in Europa da soli, senza soldi ed aiuti, si punta anche a prevenire la radicalizzazione islamica, che potrebbe dare origine a tutta una nuova generazioni di terroristi, arrivati nel completo anonimato.
Tuttavia, il decreto che dispone la creazione del database di bambini scappati dalla jihad cita il rischio radicalizzazione come secondario, puntando molto più l’attenzione sull’aspetto socio-economico. Una fonte vicina al governo, cita ancora Le Figaro, ha sottolineato che “ha finalità puramente preventive, giudiziarie, amministrative e socio-educative, escludendo qualsiasi dimensione di sicurezza”. In particolare, la fonte spiega che il database di bambini scappati dalla jihad ha tre obbiettivi: “rafforzare il coordinamento degli attori del sistema non appena il minore arriva sul territorio francese, evitare interruzioni nell’erogazione dell’assistenza e garantirne l’efficacia”.