Una tomba dignitosa per quei bambini di Milano che, purtroppo, non sono mai nati: questa è l’accorata richiesta espressa da una nonna del capoluogo lombardo sulle colonne della sezione meneghina del quotidiano “Corriere della Sera”, con particolare riferimento alla rubrica “La Lettera”, di Giangiacomo Schiavi. Il suo sfogo ha trovato pubblicazione sull’edizione di oggi, lunedì 18 ottobre. La donna scrive: “Sono diventata nonna di quattro nipotini, ma solo di uno conosco lo splendido sorriso, perché gli altri tre riposano al cimitero di Lambrate. Vado molto spesso a salutarli in quella che ora è la loro casa. I bimbi non hanno visto la luce prima di poterli registrare all’anagrafe e quindi avere una tomba dignitosa”.



Le loro ceneri sono state sepolte in una tomba comune, sotto una piastrella nel pavimento del sottopiano del riparto 301. Lì non ci sono indicazioni, non c’è nulla che faccia capire a chi passa che senso abbia quel cumulo di fiori, giocattoli e pensieri lasciati dalle mamme, dai papà, dai fratellini e dai nonni, che, oltre alla incolmabile perdita, devono vedere quello che è un insulto al loro dolore”. La lettrice afferma di avere provato a contattare il consiglio di zona (municipio 3) per poter dialogare con l’assessore competente e trovare una degna sistemazione alle ceneri dei bambini, suggerendo di realizzare una piccola cappella con un’indicazione. La proposta è stata bocciata.



“MILANO DIA UNA TOMBA DIGNITOSA AI BAMBINI MAI NATI”: LO SFOGO DI UNA NONNA

La signora, che in calce alla sua lettera riporta anche il suo nome e il suo cognome (Pierangela Bellato), asserisce, sconsolata, di non sapere più a chi rivolgersi: “Milano, la grande Milano, non prova vergogna a mancare di rispetto a tante famiglie che hanno perso dei bimbi che non saranno mai dimenticati?”.

Un interrogativo al quale il giornalista Schiavi, firma del “Corriere della Sera”, prova a fornire risposta: “Quel che lei chiede non è la luna, ma un sentimento di umana pietas. Non conosco il regolamento della polizia mortuaria di Lambrate, ma la sua descrizione della tomba per i bambini mai nati è già abbastanza: un buco per terra, senza croci e senza lapidi. A questa tristezza non servono aggettivi”.  Per poi concludere il suo intervento con le seguenti parole: “Credo che Milano, senza retropensieri, senza ferire nessuno, senza mettere in discussione una legge dello Stato, possa trovare quella sensibilità che va nella direzione da lei indicata. La pietà non è morta”.