NORDIO DURISSIMO SULLA NUOVA INCHIESTA DEI DATI RUBATI: “C’È UNA REGIA, È UN COMPLOTTO”

Non è la prima volta e non sarà probabilmente neanche l’ultima che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio lancia importanti moniti per la crescente pericolosa situazione legata ai dati rubati, le banche dati spiate, la commistione tra hacker e dossieraggi creati spesso contro politici (e di Centrodestra, ndr). Dopo che già lo scorso 17 ottobre il Guardasigilli da Napoli aveva avvertito che la «fantasia degli hacker» galoppa molto più «velocemente delle stesse leggi», è ancora Nordio che interviene sul caso inquietante su cui indaga la DIA di Milano assieme alla Procura Nazionale Antimafia di Melillo.



In sostanza, una rete di hacker avrebbe organizzato un maxi spionaggio industriale clonando mail, tra cui quella del Presidente della Repubblica Mattarella, ottenendo dati segreti su conti correnti e informazioni dalle banche dati delle Forze dell’Ordine. Secondo il Ministro Nordio, intervistato oggi dal “Corriere della Sera”, occorre spendere molti più fondi in alta tecnologia per contrastare questi ingenti attacchi hacker, piuttosto che continuare a spendere cifre altissime per le intercettazioni con i trojan.



BANCHE DATI VIOLATE, DOSSIER STRIANO E CONTI CORRENTI SPIATI: COSA STA SUCCEDENDO

Il quadro è estremamente preoccupante, confessa il titolare della Giustizia al festival CasaCorriere con Fiorenza Sarzanini: dall’inchiesta di Milano a quella sui dossier del sottotenente Striano, fino alle indagini a Bari sul dipendente di Banca Intesa che spiava i conti correnti di mezza politica nazionale.

«C’è un gap da colmare tra le capacità criminali, le nostre dotazioni tecnologiche e la normativa», affonda Nordio mettendo in luce la necessità di intervenire al più presto sull’emergenza hacker. Per l’ex storico Procuratore veneto serve usare la fantasia per anticipare le mosse della criminalità e non solo reagire ai reati e le continue violazioni: «è stato fatto un dossieraggio mirato nei confronti di personalità di alta caratura politica. Non nei miei, perché conto poco». Dagli hacker di Milano alle SOS di Striano e Laudati nell’altra indagine a Perugia su cui ora collabora anche la DNA di Melillo, fino appunto al caso di Intesa Sanpaolo a Bari, non è detto che vi sia un’unica regia occulta dietro ma di certo vi è qualcosa che non funziona affatto nella sicurezza e nella protezione dei dati: Nordio dice senza problemi che ad oggi è preferibile dirottare le risorse purtroppo non ingenti «dalle intercettazioni a strascico di telefoni e trojan che finiscono spesso nel nulla», piuttosto verso nuovi sistemi che possano intercettare la criminalità organizzata sul fronte hacker.



NORDIO, MELONI E TAJANI: LE REAZIONI ALLE INCHIESTE SUI DOSSIER. SULLO SCONTRO CON LA MAGISTRATURA…

Secondo il Ministro della Giustizia, parlare di complotto – come emerso in queste settimane dai casi dossier contro la Lega alle “spiate” contro le sorelle Meloni, per arrivare infine alle banche dati rubate e giunte fino al Quirinale – non è affatto un azzardo: sempre al “Corriere” Carlo Nordio ritiene alla luce dei fatti che vi sia una regia, un indirizzo dietro ancora tutto da scoprire, «è giusto parlare di complotto».

La stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo quanto inserito nel libro-intervista di Bruno Vespa in uscita, sulla vicenda dei presunti dossieraggi ritiene che nessuno Stato di diritto può realmente tollerare scenari del genere su dossier, hacker e conti spiati. Meloni si attende che la magistratura arrivi filoni fondo in quanto, «nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c’era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione». Sulla stessa scia anche il vicepremier Antonio Tajani che durante la Convention di Forza Italia in Sicilia non ha potuto non commentare la gravità di quanto emerso in queste ore sulle inchieste svelate a Milano: è un attacco alla democrazia, conclude il Ministro degli Esteri, «Utilizzare dati che non dovrebbero essere diffusi diventa un reato, poi vengono utilizzati per battaglie interne, per battaglie politiche. Questa storia dei dossier è inaccettabile».

Nel resto della lunga intervista al “Corriere”, Nordio ha poi confermato la forte scelta di proseguire verso la separazione delle carriere per i giudici, senza alcun passo indietro davanti alle reticenze della magistratura, e lanciando un’ulteriore “frecciata” dopo il clamore del caso Albania: è giusto abbassare i toni, considera Nordio, ma è difficile farlo quando un magistrato come Patarnello (di Magistratura Democratica) arriva a definire in una mail inviata a dei colleghi la Premier Meloni come «pericolosa per la democrazia». Il Ministro annuncia che a breve incontrerà i vertici dell’ANM e parteciperà, confermando l’invito ricevuto, al congresso di MD, ma per avere armonia tra i due poteri giudiziario e politico, afferma Nordio, «bisogna essere in due».