DAVID ERMINI LASCIA LA DIREZIONE DEL PD (MA NON L’INCARICO DI PRESIDENTE DELLA HOLDING DI ALDO SPINELLI): L’ANNUNCIO E LA SUA VERSIONE

Dopo giornate di tensioni e polemiche sul ruolo appena accettato da David Ermini alla guida del gruppo Spininvest, la holding della famiglia Spinelli, l’ex vicepresidente del Csm ha deciso di dimettersi dalla Direzione Nazionale del Pd. «Stamani durante una telefonata con il presidente del Pd Stefano Bonaccini ho a lui manifestato il mio sincero stupore e la mia amarezza per le strumentalizzazioni che sono state fatte e che continuano sul mio ruolo nella direzione nazionale»: così in una nota David Ermini annuncia l’addio alla Direzione dem dopo che non pochi imbarazzi si erano creati a livello politico per l’aver accettato la nomina alla guida della società coinvolta nella maxi inchiesta di Genova contro l’ex Governatore della Liguria Giovanni Toti, l’ex responsabile dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini e, appunto, l’imprenditore Aldo Spinelli.



Secondo David Ermini, le polemiche sono state eccessive e ingiuste e lederebbero l’onore e la professionalità del politico per anni vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: critiche, conclude, che risentono ovviamente della situazione complessa in Liguria, «Per questo, poiché non voglio creare alcuna difficoltà al Pd ho riferito al Presidente Bonaccini che lascerò la Direzione Nazionale». Appena ieri sera in una nota ancora più corposa, Ermini aveva spiegato nel dettaglio perché avesse accettato la nomina per la holding di Spinelli (la quale doveva necessariamente nominare un membro esterno alla famiglia per consentire la possibile revoca delle misure cautelare dell’ex presidente di Livorno e Genoa, ndr). «Il mio percorso istituzionale parla da solo. Ho svolto i miei incarichi con disciplina ed onore e così sarà anche adesso», ha scritto David Ermini, in passato anche commissionario del Pd in Liguria. Il politico al passo d’addio in Direzione Nazionale dem, spiega di aver accettato la guida del cda di Spininvest per poter garantire un percorso di continuità industriale al gruppo Spinelli dopo le ben note vicende di presunta corruzione nella maxi inchiesta di Genova: «Le vicende processuali non entrano in alcun modo nella mia scelta», garantisce David Ermini, né c’entrano le vicende politiche, «Ho le mie idee, come tutti sanno, ma mai mi hanno impedito, in tutti i ruoli ricoperti, di tenere un comportamento equilibrato e rispettoso delle istituzioni».



CASO PD SULL’INCHIESTA IN LIGURIA: LA DENUNCIA DEL MINISTRO CROSETTO DOPO NOMINA ERMINI, “SISTEMA DEGRADATO”

Resta però il dato politico: David Ermini si è attirato con questa scelta di accettare la nomina le antipatie tanto del Centrodestra quanto del suo stesso Partito Democratico: i primi contestano che le manovre imprenditoriali della famiglia Spinelli quando hanno legami con esponenti politici del Centrosinistra non creano alcun problema, diversamente quando l’ex patron del Livorno è entrato in affari con la giunta Toti ecco che si è scatenata un’inchiesta dai toni ancora molto confusi (e sulla quale è imminente il potenziale rinvio a giudizio dopo le dimissioni del Governatore Toti).



I dem invece contestano a David Ermini l’opportunità di immettersi in una vicenda imprenditoriale legata a doppio filo alle inchieste di Genova, proprio a pochi mesi dalle Elezioni Regionali in Liguria (convocate oggi per il 27-28 ottobre 2024) dove il Pd punta al ribaltone dopo i 10 anni di giunta Toti: anche per questo motivo il candidato in pectore del Partito Democratico, l’ex Ministro Andrea Orlando, nelle scorse ore avrebbe contattato Ermini per chiedergli di rinunciare all’incarico nella holding Spinelli. Tutto inutile, e così stamane l’ex membro Csm ha deciso di lasciare il ruolo nella Direzione Nazionale, aumentando se possibile l’imbarazzo dem sulla scelta. Secondo l’ANSA, Orlando aveva chiesto a David Ermini di valutare «con attenzione la rinuncia per evitare equivoci e strumentalizzazioni».

A contribuire al clima di scontro politico ieri era intervenuto anche il Ministro della Difesa in quota FdI Guido Crosetto, amico personale di Ermini ma preoccupato per il significato politico che vi risiede in tale nomina: «Lo conosco da tempo, è una persona per bene, di cui ho stima ed è un amico. Il tema non è lui. Va oltre lui, che non è il soggetto ma l’oggetto di ciò che mi ha colpito». Nel suo post su X il titolare della Difesa sottolinea come il tema centrale è il ragionamento fatto in Liguria dopo la vicenda Toti: «Un messaggio doveva arrivare chiaro a tutti ed è arrivato ad ogni operatore economico: non possono uscire dal recinto di potere della sinistra. Di contro, aggiunge ancora il politico meloniano, le indagini sui rapporti di Aldo Spinelli e della sua azienda, «sembrano iniziare solo quando sono finiti i suoi rapporti con i predecessori di Toti». Per Crosetto il problema è un sistema politico e sociale dove il rischio di degrado per condizionamenti ideologici è fortissimo: «È accettabile rimanere in silenzio di fronte alle quotidiane offese alle più banali regole democratiche, da parte di chi usa il proprio potere con spirito fazioso?”», si chiede ancora il Ministro sull’ex Twitter.