David Malpass, presidente della Banca Mondiale, ha annunciato le dimissioni anticipate. Nella giornata di ieri ha fatto sapere che lascerà il suo incarico il prossimo 30 giugno, a meno di un anno dalla scadenza naturale del suo mandato. L’ex alto funzionario del dipartimento del Tesoro, era stato nominato presidente della Banca Mondiale nel 2019 da Donald Trump, all’epoca capo di stato americano. E’ stato accusato di essere un negazionista del clima dopo essersi rifiutato lo scorso mese di settembre di riconoscere le evidenze scientifiche circa il ruolo delle attività umane nel global warming, sottolinea IlSole24Ore. Si era così attirato le critiche della Casa Bianca e in seguito aveva deciso di fare un passo indietro, scusandosi e affermando che «non era davvero preparato» sull’argomento e che riconosceva il peso dell’impatto umano sul clima.



A seguito del cambio rotta aveva proposto di allargare la missione della Banca Mondiale includendo esplicitamente il cambiamento climatico. «Dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso di perseguire nuove sfide», ha fatto sapere in una nota David Malpass, ed ora toccherà agli Stati Uniti decidere quale sarà il suo successore. Gli Usa sono il principale azionista della Banca Mondiale e di conseguenza Washington sceglie il suo capo mentre l’Ue sceglie il numero uno del Fondo monetario internazionale.



DAVID MALPASS, PRESIDENTE BANCA MONDIALE ANNUNCIA DIMISSIONI: LE ‘ACCUSE’ DI JANET YELLEN

A novembre del 2021 il consigliere speciale delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, Selwin Hart, aveva puntato il dito verso la Banca Mondiale, accusandola di «giocherellare mentre il mondo in via di sviluppo brucia» e di essere una «delusione continua» nella lotta al climate change.

Di recente, invece, la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, aveva esortato l’istituto di Malpass a finanziare progetti a sostegni dei paesi in via di sviluppo, accrescendo il suo budget in maniera più consistente e moltiplicando gli sforzi per individuare risorse dal settore privato che potessero poi essere utilizzate per contrastare il cambiamento climatico e le pandemie, oltre alla lotta alla povertà. «Nel mondo di oggi – le parole di Yellen dello scorso 9 febbraio – progressi sostenibili nella riduzione della povertà e nello sviluppo economico non sono possibili senza accettare le sfide globali che tutti noi dobbiamo affrontare».