Il caso della morte di David Rossi è tornato a occupare lo spazio mattutino di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. Oggi avrà luogo la superperizia a cura dei Ris, che impiegheranno un manichino per replicare la caduta fatale dell’uomo. Sono state mandate in onda, intanto, le parole di una testimone che vide Rossi poche ore prima della sua scomparsa: “Il pomeriggio del 6 marzo 2013 ero in Vallerozzi – ha detto la donna –. Pioveva e incrociai David, aveva il cappuccio in testa e le mani in tasca. Andava a passo spedito, ci scambiammo un veloce ‘ciao’. Andava su e giù tra Vallerozzi e Pian d’Ovile, come se cercasse qualcosa o qualcuno. A un certo punto mi ripassò vicino quasi correndo e sempre con il cappuccio in testa, sembrava parlasse da solo”.
Poche ore dopo, ha proseguito la testimone, David era “pochi metri più in là, a terra, senza vita. Mi tornarono in mente le scene viste poco prima e, da brava cittadina non omertosa, raccontai tutto in Questura. A un funzionario parlai di quello strano incontro, ma lui mi disse che probabilmente David era fuori di testa e parlava da solo, perché lui non usava mai l’auricolare, visto che nelle perquisizioni non ne fu mai trovato uno. Tuttavia, neppure una delle mie parole è stata verbalizzata e la mia collaborazione si è conclusa con una stretta di mano…”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
APERTA INCHIESTA A GENOVA
Sono due le principali novità, unite al “mistero” della telefonata, sul caso di David Rossi: in primo luogo, la procura di Genova ha aperto questa mattina un fascicolo per attivi relativi (senza ipotesi di reato) dopo la trasmissione “Non è l’arena” di Massimo Giletti andata in onda la scorsa settimana.
I materiali della puntata di La7 sono stati tutti acquisiti, in particolare i 2 video e 62 immagini inedite girati dalla Polizia nell’ufficio di David Rossi la drammatica sera del 6 marzo 2013 a Siena, Palazzo Salimbeni. Si tratta di documenti non allegati al fascicolo sulla morte di Rossi dai pm senesi 8 anni fa: questo, assieme al “mistero” dei tabulati telefonici e al messaggio scritto da David Rossi («Toni – la compagna Antonella Tognazzi, ndr – l’ultima che ho fatto è troppo grossa per poterlo sopportare») sono i misteri ancora attivi sulla sorte del manager ex Mps. Scrive Felice Manti su “Il Giornale” di come i magistrati di Siena debbano anche spiegare ora il “giallo” del biglietto scritto, si crede, da David Rossi prima del presunto suicidio: per il verbale della scientifica i pezzi del messaggio erano nel cestino, secondo però le dichiarazioni del colonnello Aglieco erano invece rovesciati sulla scrivania. La funzionaria arrivata successivamente nell’ufficio di Rossi, dopo mezzanotte, ammette di non aver mai visto quei pezzi del biglietto nel cestino: il messaggio sarebbe stato infatti ricomposto a meno da uno dei tre magistrati giunti sulla scena. Ulteriore e ultimo “mistero” viene sollevato dallo stesso “Giornale” in merito alla diffusione delle notizie in quella drammatica sera: «perché la notizia del ritrovamento del bigliettino finisce in rete alle 22, poi ripresa sui social e infine da Bruno Vespa appena dopo le 23? La Scientifica è arrivata sulla scena del crimine solo dopo mezzanotte. Chi ha fatto circolare da subito l’ipotesi?».
IL MISTERO DELL’ULTIMA TELEFONATA
Prima di Natale riprenderanno i lavori della commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione di Mps caduto dalla finestra del suo ufficio al terzo piano di Palazzo Salimbeni a Siena, la sera del 6 marzo 2013.
Dopo le clamorose rivelazioni del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, che in pratica accusa il pm Nastasi (uno dei tre magistrati che stavano indagando sul fallimento della banca di Siena) di aver risposto alla telefonata compiuta dalla deputata Daniela Santanché, amica personale di Rossi, ora un nuovo capitolo che potrebbe di nuovo cambiare le “carte in tavola” sulla triste fine del manager considerato suicida per le prime due inchieste sula sua morte. Scrive il “Corriere della Sera” citando gli atti già depositati dalle prime due inchieste (archiviate) dalla Procura di Siena: la sera in cui morì David Rossi, nessuno rispose al suo telefono. L’iPhone 5 del manager venne ritrovato sulla scrivania del suo ufficio la sera del 6 marzo di 8 anni fa, quando gli investigatori entrarono dopo il ritrovamento del corpo nel vicolo Monte Pio: alle 19.43 le telecamere hanno ripreso lo schianto a terra da tre piani, prima vi sono una serie di chiamate perse ma al momento nessuna risulta “risposta”.
COSA NON TORNA NEI TABULATI DELL’IPHONE DI DAVID ROSSI
«L’ultima telefonata fatta risulta quella alle 19.02 alla moglie Antonella Tognazzi e dura otto secondi. Da quel momento l’iPhone continua a squillare ma registra solo telefonate perse, compresa quella di Daniela Santanchè, amica di vecchia data di David che chiama alle 21.59, quando nell’ufficio è in corso il sopralluogo dei tre pm Nicola Marini, di turno quel giorno, Aldo Natalini e Antonino Nastasi, che stavano indagando sul Monte dei Paschi», si legge nel resoconto fatto oggi dal “Corriere della Sera”, cercando di ricostruire quanto avvenuto in quei minuti drammatici. Nel tabulato di Fastweb – depositato come tutti gli altri negli atti delle prime inchieste sulla morte di David Rossi – emerge come la telefonata della deputata oggi FdI sia di 38 secondi, ma con dicitura nella chiamata “libero-non risponde”. Ciò però cozza con quanto sostenuto sia da Aglieco che dalla stessa Santanché nella recente intervista: il colonnello dell’Arma davanti alla commissione parlamentare ha spiegato che il pm Nastasi avrebbe risposto a quella telefonata, mentre la parlamentare a distanza di 8 anni ricorda che forse alla sua chiamata qualcuno rispose ma stette in silenzio. I misteri non finiscono qui: alle 20.16 dai tabulati risulta una telefonata di tre secondi di Carolina Orlandi, la figlia della moglie di Rossi; quella chiamata però non si trova nel registro chiamate dello smartphone. «La chiamata al numero misterioso 4099099 non emerge dai tabulati. Secondo i tecnici della Tim quel numero è una deviazione di chiamata nel momento in cui c’è un credito esaurito. Stessa cosa che potrebbe essere accaduta alla telefonata delle 22.18 di un giornalista della durata di 14 secondi», riporta ancora il CorSera. La dirigente Tim sentita dalla Procura, Laura Bidignetti, ha già escluso che quel numero sia stato digitato dall’iPhone di Rossi, «È solo un errore di rappresentazione dell’evento e Tim all’epoca ha dato una comunicazione sbagliata».