ARCHIVIATO FILONE SU GILETTI PER MORTE DAVID ROSSI
Il filone di inchiesta della Procura di Genova che coinvolgeva “tangenzialmente” il conduttore Massimo Giletti ha visto archiviare l’ipotesi iniziale delle indagini, ovvero l’ipotetica sparizione di 61 foto dal fascicolo sulla morte di David Rossi (il capo della comunicazione del Monte dei Paschi). A darne notizia è “La Repubblica” su fonti giudiziarie di Genova: dopo aver sentito sia Giletti che la poliziotta della Scientifica Federica Romano, si è giunti all’archiviazione considerando che «nessuna foto è sparita».
Nasce tutto dalla puntata di “Non è l’Arena” su La7 dello scorso 15 dicembre, quando erano riportato dalla trasmissione che v’era il sospetto che dall’inchiesta sulla misteriosa morte di David Rossi (catalogata come suicidio ma ora rimesso tutto in discussione dall’inchiesta-bis). Giletti aveva detto in diretta di «averlo saputo da una sua fonte diretta»: per questo motivo è stato interrogato a Roma dalla Guardia di Finanza, collaborando a fondo e aiutando la magistratura. Successivamente la poliziotta è stata sentita dai pm di Genova ma – secondo quanto riporta “La Repubblica” – avrebbe negato la sparizione di foto e video. Anzi, ha aggiunto che «nel fascicolo è stato messo tutto ciò che era stato ritenuto rilevante».
LO DURE PAROLE DEL PM NASTASI CONTRO IL CARABINIERE
Se viene così archiviato lo stralcio di inchiesta filone, l’indagine bis sulla morte di David Rossi resta apertissima in Procura di Genova: si tratta infatti di capire se in quel “suicidio” del marzo 2013 vi siano state leggerezze, errori e mancanze da parte di magistrati e investigatori di Siena. La polemica attuale riguarda lo scontro a distanza tra colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco – all’epoca dei fatti, comandante provinciale di Siena – e i magistrati che per primi sono entrati nell’ufficio di Rossi la sera del presunto suicidio. Ai pm genovesi e alla Commissione Parlamentare su David Rossi, il carabiniere ha spiegato che i pm Antonino Nastasi, Nicola Marini e Aldo Natalini sono entrati assieme a lui nell’ufficio: secondo il suo resoconto, gli stessi hanno svuotato un cestino della spazzatura, hanno spostato alcuni effetti personali (il computer) e avrebbero anche risposto ad alcune telefonate sul cellulare di Rossi. In questo modo, Aglieco accusa di fatto i magistrati di un «grave inquinamento probatorio». È intervenuto in commissione d’inchiesta anche il pm Nastasi e ha contestato in molti punti la deposizione del comandante dei carabinieri: «Entrai in ufficio dopo aver saputo era stato già stato girato il video della stanza. Non ho preso il telefono di David Rossi, non ho mai risposto alle telefonate che arrivavano in continuazione». Non solo, Nastasi respinge anche di aver risposto alla chiamata della parlamentare Daniela Santanché: «Ho memoria certa della telefonata della Santanché perché ero rivolto verso l’esterno – ha raccontato ancora Nastasi – Guardai il display e sul display compariva Daniela Santanché e dissi a voce alta: ‘Sta telefonando Daniela Santanché’. Il telefono squillò per un po’, non ho preso il telefono e non ho risposto al telefono» (fonte “Il Fatto Quotidiano” e “La Nazione”). Infine, il procuratore ammette che possa esserci stato qualche errore nel suo operato e in quello dei colleghi, «però che così come leggo da anni che ci sia stata la volontà di insabbiare è una vergognosa falsità. Noi non avevamo intenzione di coprire nessuno».