David Rossi fu picchiato fuori dal suo ufficio: la conferma arriva dalla maxi perizia sulla morte del capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena. Le nove ferite non sono compatibili con la caduta dalla finestra del suo ufficio: durante la stessa non ha mai sbattuto la faccia sul muro. Quindi, prima del volo deve essere successo qualcosa. Ma non nel suo ufficio, che fu trovato in ordine. «Io ritengo che non sia stato nel suo ufficio. Raramente ho visto un ufficio così in ordine. In quell’ufficio non ci sono segni di colluttazione. Ma soprattutto sulle scarpe abbiamo trovato una sostanza biancastra che non era presente nel suo ufficio», dichiarò Davide Zavattaro, allora tenente colonnello dei Ris ai microfoni di Pierangelo Maurizio nell’intervista trasmessa da Quarto Grado nel 2018.
Davide Zavattaro, consulente con Cristina Cattaneo della Procura all’epoca della seconda indagine, riteneva probabile che David Rossi fosse uscito dalla stanza, ma restano in bianca. Lo stesso giornalista nel suo libro “Una storia sbagliata. David Rossi & Mps un mistero italiano” ha riportato la ricostruzione plausibile del colonnello: «L’incontro con un’altra persona o altre persone, l’intimidazione, il pestaggio. Avvenuto in un altro ambiente della banca. Che non può essere il suo ufficio, trovato perfettamente in ordine. Poi David torna nella sua stanza. Sale sul davanzale, o perlomeno non c’è alcuna ev denza che sia stato forzato a farlo. Due momenti diversi. O forse, e sembra più credibile, la seconda fase è la conseguenza della prima».
DAVID ROSSI, IL BUCO NERO DELLE DUE ULTIME ORE DI VITA
L’ultimo giorno della sua vita David Rossi rientrò in banca alle 18 e nessuno notò ferite sul suo volto. Per quanto riguarda la sostanza biancastra trovata sotto le scarpe, non poteva arrivare da fuori, perché pioveva. Quindi, da quel momento alla caduta potrebbe esserci stato un incontro culminato con un pestaggio. Siccome le ferite sanguinarono poco secondo le osservazioni del professor Vittorio Finisci, che con altri due medici legali (Roberto Testi e Antonino Argo) si è occupato di questo aspetto nella maxi perizia voluta dalla commissione parlamentare d’inchiesta, sono da ritenersi più vicine alle 18 che alle 19:30. Inoltre, potrebbero essere legate a quei fazzoletti sporchi di sangue trovati nel cestino dell’ufficio di David Rossi, mai esaminati e distrutti.
Sono rimaste, infatti, solo le foto. Quel reperto che poteva confermare o smentire la colluttazione/intimidazione prima del volo è stato distrutto sulla base di un decreto dove però non si fa menzione dei fazzoletti, neppure tramite sinonimi. Di sicuro per Finisci quelle ferite non sono atti autolesionistici: «Lo possiamo escludere». Per Pierangelo Maurizio, dunque, la chiave del giallo relativo alla morte di David Rossi è qui, «tra il buco nero delle ultime due ore di vita di David e i fazzolettini». Non esclude l’ipotesi del suicidio né quella dell’incidente, ma tiene anche in considerazione che il manager potrebbe essere stato portato a uccidersi. In ogni caso, non si è fatto abbastanza per chiarirlo.