Dopo la morte di David Rossi successe di tutto nell’ufficio dell’ex manager Mps. La scena sarebbe stata “inquinata” dai pm stessi che eseguirono il primo sopralluogo, di cui peraltro non si sapeva nulla. E come se ciò non bastasse, tutto è venuto a galla otto anni dopo. L’aspetto paradossale di questo colpo di scena è che è stato portato alla luce da un ufficiale dei carabinieri che non si sapeva fosse lì; infatti, il suo nome non c’è in nessun rapporto di polizia giudiziaria. Si tratta di Pasquale Aglieco, ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena. Giovedì sera è stato sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso David Rossi, la cui morte avvenuta il 6 marzo 2013 è stata archiviata per due volte come suicidio dalla Procura di Siena. Per la prima volta Aglieco ha raccontato di “essere entrato nella stanza di Rossi, insieme ai tre pm Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi”, molte ore prima che arrivasse la polizia scientifica, che infatti è intervenuta solo a mezzanotte.
L’ufficiale ha ricordato che “Nastasi si è seduto sulla sedia di Rossi e ha acceso il computer”, muovendo il mouse “con una penna”. Uno dei tre pm poi “ha preso il cestino e lo ha svuotato sulla scrivania”. All’interno c’erano “fazzolettini sporchi di sangue”, poi andati distrutti senza che venisse mai analizzato il Dna, e i “bigliettini” che avrebbero ricondotto tutto al suicidio. Quei biglietti furono poi trovati in un altro punto della stanza. Non solo: sul telefono di David Rossi arrivò una telefonata di Daniela Santanché, a cui rispose uno dei pm, riporta il Fatto Quotidiano. Qualcuno poi chiuse la finestra.
MORTE DAVID ROSSI: L’ARRIVO SULLA SCENA
Pasquale Aglieco spiegò che era davanti alla banca Monte dei Paschi di Siena perché era andato “a comprare le sigarette” e “cercare del cibo”. Quindi, è stato uno dei primi ad arrivare sulla scena. Lì incontro un poliziotto delle volanti con cui chiuse la scena. Gli disse che era caduta una persona e stavano cercando di capire cose fosse accaduto. “Ho riconosciuto David Rossi perché lo conoscevo”, ha detto alla Commissione parlamentare d’inchiesta. “A quel punto ho chiamato i magistrati, quello di turno e anche quelli che si occupavano delle inchieste sul Monte dei Paschi, oltre ad altre personalità, tra cui il questore”. Lo stesso ufficiale ha ammesso che la sua impressione fu quella che si trattò di un suicidio. L’ex comandante dei carabinieri, sentito come testimone dai pm di Genova, è stato però incalzato su diversi aspetti. Il primo riguarda un incontro con il presunto escort Matteo Bonaccorsi, avvenuto in un ristorante quando l’identità dell’escort non era stata ancora svelata. Dopo alcuni tentennamenti, il colonnello ha parlato di una specie di “indagine difensiva”. Ma questa spiegazione non chiarisce come facesse ad essere in possesso degli atti della Procura di Genova.
LA “SOFFIATA” SUL PRESUNTO ESCORT
Un altro episodio risale invece a qualche giorno fa. La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi il 2 dicembre ha convocato l’ex presunto escort in forma segreta. Ma, come riportato dal Fatto Quotidiano, a sorpresa Matteo Bonaccorsi davanti a Palazzo San Macuto si è trovato proprio Pasquale Aglieco, il quale ha ammesso di essersi messo in ferie quel giorno per essere a Roma. Il militare si è limitato a dire di aver avuto “una soffiata” riguardo quell’audizione, ma non ha spiegato perché era lì. La sua compagna, ha fatto poi notare la Commissione, ha pubblicato su Facebook la foto dell’ex presunto escort e la notizia dell’audizione, uscita poi anche sulla Gazzetta di Siena. “Io non ho nemmeno Facebook”, ha tagliato corto il carabiniere. Quando i commissari gli hanno fatto notare che ha diffuso dati sensibili di Bonaccorsi, il colonnello ha dichiarato: “Arrivati a questo punto la pubblicità a questo punto è l’unica medicina di questa storia. E ognuno farà i conti con quello che afferma”.