Sono passati quasi nove anni dalla morte di David Rossi, ed attorno al caso, sebbene sia stato archiviato come suicidio, restano ancora tanti i lati oscuri. Era la sera del 6 marzo 2013 quando David Rossi, capo comunicazione di MPS precipitò dalla finestra del suo ufficio, a Siena. Il suo corpo rimase a terra, agonizzante, per oltre 20 minuti. La prima indagine aperta dalla procura di Siena fu per istigazione al suicidio, poi archiviata come suicidio. Eppure la vicenda è tutt’altro che chiusa tanto che sul caso è al lavoro una commissione parlamentare d’inchiesta.



Le abrasioni su polso e arti, i segni sul corpo di David Rossi, per i medici legali compatibili con un suicidio, secondo la famiglia dell’uomo sarebbero invece i segni di una lotta precedente la caduta. La commissione parlamentare d’inchiesta ha dato l’ok ad una nuova perizia che dovrà sciogliere più di un dubbio, dalla dinamica della caduta alle lesioni, passando per il pc del manager fino ai tabulati ed al traffico telefonico. “Noi procederemo con una attività volta a simulare in un ambiente virtuale le possibilità di caduta di un corpo umano”, ha spiegato ai microfoni di Porta a Porta Sergio Schiavone, Comandante dei Ris di Roma, in riferimento alle due ipotesi al vaglio, quelle della caduta volontaria o non volontaria. Al vaglio anche un bagliore riflesso in strada e l’eventuale alterazione della scena del delitto così come l’esistenza di 61 foto e 2 video dell’ufficio di Rossi mai messi agli atti ed ora riapparsi. “Dobbiamo iniziare ad analizzarli”, ha spiegato il Colonnello dei Ris, “Questo deriverà dal confronto tra le immagini presenti al fascicolo allegato del sopralluogo con altre non utilizzate per la produzione del fascicolo giudiziario ma nella disponibilità della commissione d’inchiesta”.



Morte David Rossi, per la moglie Antonella Tognazzi non fu un suicidio

Per la vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, l’uomo non si sarebbe suicidato bensì sarebbe stato ucciso. Una convinzione ribadita anche nel corso del suo intervento a Porta a Porta: “Lo penso da quando ci sono stati restituiti e dissequestrati gli apparecchi informatici di mio marito, abbiamo iniziato a cercare di capire, principalmente il fatto che da una mail mandata da Davide il 3 marzo, nessuno avesse preso provvedimenti, nessuno aveva risposto”. In quella famosa mail, Davide chiedeva aiuto annunciando il suicidio. In tre giorni, prima della morte di Rossi, nessuno fece nulla. La moglie non era a conoscenza di quella mail né può dire se sia o meno autentica: “E’ un po’ anomala perchè comunque c’è una serie di mail scambiate con l’amministratore delegato Viola ma viene mandata dall’iPad”.



Ad intervenire nel corso della trasmissione è stato anche il legale della vedova Rossi, avvocato Carmelo Miceli, il quale ha ribadito come agli atti dell’inchiesta di Genova, la creazione di questa data va fatta risalire al 7 di marzo, cioè dopo la morte di David Rossi: “Quelle due mail in cui il dott. Rossi avrebbe annunciato il suo suicidio non sarebbero mai state viste dal dott. Viola e secondo la Polizia Postale di Genova risultano create il 7 marzo mentre come archiviazione di dato risultano archiviate il 3 di marzo”.

Le ipotesi dietro il presunto omicidio

Perchè sarebbe stato ucciso David Rossi? Antonella Tognazzi da tempo cerca una risposta a questo quesito: “Probabilmente il fatto che lui continuasse a dire che voleva andare a parlare con i magistrati”, ha spiegato la donna. “In quel momento la banca stava vivendo un periodo molto pesante e i magistrati stavano interrogando tutti i dirigenti passati dalla vecchia alla nuova amministrazione”, ha aggiunto la vedova. A differenza degli altri vertici però, a David erano entrati in casa ed in ufficio per una perquisizione. Un aspetto che lo turbò molto anche se la moglie ha smentito che temesse di essere arrestato così come che avesse pensato ad un suicidio: “Non David. Era una persona che amava estremamente la vita, era pieno di progetti, amava la sua famiglia in maniera incredibile e mai mi avrebbe messo in una situazione di dolore o disagio”.

Nel corso della trasmissione di Rai1, è stata trasmessa una immagine in esclusiva che mostra lo studio di David Rossi ripreso in due foto differenti ma con delle variazioni nel secondo scatto. Al centro dell’attenzione anche le due telefonate giunte sul cellulare della vittima ed alle quali avrebbe risposto un magistrato: la prima da parte di un giornalista e la seconda da parte della Santanchè. “Non abbiamo nessuna spiegazione”, ha commentato l’avvocato della vedova Rossi, “abbiamo un tabulato telefonico consegnatoci dalla procura in cui risultano diverse telefonate eseguite in entrata ed una in particolare di 38 secondi dell’onorevole Santanchè, vista in diretta da un inquirente”. Anche su alcune lettere di addio, strappate e ricostruite, ci sarebbero dubbi: David non avrebbe mai usato termini come “Toni” e “amore” per rivolgersi alla moglie, sebbene la calligrafia fosse la sua. Che sia stato tutto una messinscena? Alla domanda diretta di Vespa, Antonella Tognazzi ha replicato: “Mio marito ucciso perchè sapeva troppo? Probabile, probabile”. Ma cosa avrebbe potuto sapere? “Di elementi ne stanno venendo tanti, sia sulla banca che sul filone dei festini. Lui non ha partecipato, nessun testimone ha detto di averlo visto ma alcuni dei magistrati avrebbero frequentato questi ambienti e per qualcuno ci sarebbe stato l’interesse a non indagare”.