Una delle testimonianze più attese davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi era quella di Fabrizio Viola, che all’epoca era amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena. “Questa tragedia mi ha colpito dal punto di vista umano e anche oggi mi crea grande turbamento“, ha raccontato nella sua audizione, come riportato da Repubblica. Il manager ha fatto riferimento alla mail in cui l’ex capo della comunicazione di Mps annunciava di volersi suicidare. Quindi, ha ricordato il periodo di grande crisi che stava attraversando la banca e che lo aveva convinto ad affiancare un mental coach ai manager per gestire lo stress.
“David Rossi, oltre a Valentino Fanti, è stato l’unico dei vecchi manager confermato dai nuovi vertici per le sue competenze e l’onestà intellettuale“, ha aggiunto Fabrizio Viola. Poi ha ricordato la perquisizione del 19 febbraio, vissuta “con grande disagio” da David Rossi. “Quando gli è stata comunicata la perquisizione era casualmente nel mio ufficio. Quando l’ho visto dopo la perquisizione ho trovato una persona molto molto colpita da un punto di vista psicologico“.
VIOLA SULLE PAURE DI DAVID ROSSI
“Temeva di essere arrestato e di perdere il posto di lavoro“, ha proseguito Fabrizio Viola davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Ha spiegato anche di aver provato a tranquillizzare David Rossi: “Ci scherzavamo, lui diceva che gli avrei portato le arance in carcere. Sulla perdita del posto di lavoro, ho fatto di tutto per testimoniargli fiducia, facendolo anche partecipare al cda“. Inoltre, come riportato da Repubblica, ha confermato che era stato tenuto all’oscuro della notizia della causa a Nomura per tutelarlo. “Solo quattro persone sapevano. La fonte della fuga di notizie è stato un consigliere di amministrazione. Io non ho mai avuto dubbi che David non fosse stato l’autore della fuga di notizia“.
Venne a saperlo dal presidente Profumo e dal dirigente Mingrone la sera prima che uscisse la notizia, quindi non avrebbe avuto il tempo per informare la stampa. “Ma aldilà di questo, non lo ritenevo capace di una cosa del genere. Sì, è vero, Profumo il giorno dopo avanzò qualche dubbio che potesse essere stato David. Ma io non ha mai avuto dubbi“. Fabrizio Viola andò in vacanza a Dubai tre giorni, ma la sua mail era a disposizione di Valentino Fanti, capo della segreteria, e della segretaria Lorenza Pieraccini. “Escludo che questi abbiamo autorizzato altri a leggerla“.
VIOLA “HO RICEVUTO MINACCE DI MORTE”
Fabrizio Viola ha spiegato però che era collegato con un telefono portatile e che la linea era instabile. “Sono entrato in un black out con David Rossi di quattro ore per la cattiva connessione. Non ricordo di aver visto quella mail, una mail che non si può dimenticare, e che mi rimbomba ancora in testa. Ho visto le mail successive, ho cercato di tranquillizarlo, penso di esserci riuscito. Abbiamo poi parlato al telefono ma non più di quello scambio di mail“. Alla Commissione l’ex amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena ha chiarito che ben prima della morte di David Rossi tutti erano sotto stress.
“Ho ricevuto minacce di morte, siamo stati sotto tutela“. Ciò dopo che erano stati tagliati costi, spese amministrative e personale. “In conseguenza del taglio dei costi amministrativi il Siena calcio e il basket hanno chiuso. I tifosi del calcio erano stabilmente sotto la banca. Io e Profumo abbiamo richiato un’aggressione durante una cena del Palio“. Viola ha confermato di aver avuto contatti con la famiglia di David Rossi dopo la morte. A tal proposito, ha precisato che in questi casi si mettono in campo azioni di tutela della famiglia.
I NEGOZIATI CON LA FAMIGLIA DI DAVID ROSSI
“Abbiamo proposto alla moglie di David se volesse essere assunta, lei ha declinato. Allora abbiamo valutato di arrotondare in modo cospicuo il Tfr di David, in modo che fosse indennizzata la mancata assunzione della moglie“, ha rivelato Fabrizio Viola, come raccolto da Repubblica. Inoltre, ha aggiunto che avevano ipotizzato anche una revisione sul mutuo che aveva il capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena. “Ma ad un certo punto la famiglia ha deciso di farsi rappresentare da un legale, da lì è iniziata una trattativa che non è andata in porto“. Viola ha spiegato che sono stati offerti alla famiglia “un paio di centinaia di migliaia di euro, dall’altra parte c’era una richiesta di svariate centinaia di migliaia di euro“. A quel punto i negoziati si sono interrotti.
In ogni caso, Fabrizio Viola non ha dubbi sul suicidio anche perché ritiene sarebbe stato difficile per un assassino entrare in Mps senza essere notato. “L’omicidio non riesco proprio ad immaginarmelo. Alla terza volta che mi diceva che gli avrei portato le arance in prigione, io lo ho anche sbatacchiato, ho tentato di scuoterlo“. Gli avrebbe spiegato che non aveva motivo di preoccuparsi e che la procura non gli aveva mai chiesto di lui. “Non capivo come mai lui fosse l’unico di noi che potesse temere un arresto. Soffriva la pedita di reputazione personale in città“. A tal proposito, David Rossi in novembre gli disse che il padre era morto di crepacuore. “Mi disse che due blog lo stavano martellando, suo padre leggeva e ne era profondamente dispiaciuto. Non mi risulta che David fosse stato minacciato di morte come lo ero stato io“.